Con la sentenza in commento, il giudice di Strasburgo ha condannato, per la terza volta in poco più di un anno, il Governo ungherese e le sue politiche di detenzione amministrativa degli stranieri al confine con la Serbia. Dopo essere giunti nella zona di transito di Tompa, i ricorrenti – una famiglia di sei migranti, di cui quattro minorenni, una donna in stato di gravidanza ed un uomo reduce da tortura in Iraq – vi rimanevano confinati poco meno di cinque mesi. Nei loro confronti, la Corte riteneva violati gli artt. 3 (per le condizioni di detenzione subite) e 5 CEDU (per l’illegittimità della privazione di libertà patita). Tuttavia, in materia di onere della prova e art. 3 CEDU, il giudice convenzionale sembra seguire un approccio particolarmente rigoroso, imponendo allo straniero coinvolto un alto standard probatorio per dimostrare le proprie doglianze. Ulteriori critiche possono essere mosse sulle statuizioni in merito al principio di necessità ex art. 3 CEDU, che parrebbero incoerenti rispetto alla giurisprudenza consolidata sull’art. 5, par. 1, lett. f, CEDU.

“La storia infinita”. (Ancora) detenzioni arbitrarie e torture ai confini tra Ungheria e Serbia

Lorenzo Bernardini
2023

Abstract

Con la sentenza in commento, il giudice di Strasburgo ha condannato, per la terza volta in poco più di un anno, il Governo ungherese e le sue politiche di detenzione amministrativa degli stranieri al confine con la Serbia. Dopo essere giunti nella zona di transito di Tompa, i ricorrenti – una famiglia di sei migranti, di cui quattro minorenni, una donna in stato di gravidanza ed un uomo reduce da tortura in Iraq – vi rimanevano confinati poco meno di cinque mesi. Nei loro confronti, la Corte riteneva violati gli artt. 3 (per le condizioni di detenzione subite) e 5 CEDU (per l’illegittimità della privazione di libertà patita). Tuttavia, in materia di onere della prova e art. 3 CEDU, il giudice convenzionale sembra seguire un approccio particolarmente rigoroso, imponendo allo straniero coinvolto un alto standard probatorio per dimostrare le proprie doglianze. Ulteriori critiche possono essere mosse sulle statuizioni in merito al principio di necessità ex art. 3 CEDU, che parrebbero incoerenti rispetto alla giurisprudenza consolidata sull’art. 5, par. 1, lett. f, CEDU.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2719234
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