La professionalità di Giovanni Santi pittore rimane ancora fortemente legata alla tradizione, sia per l’impostazione grafica delle sue opere sia per i materiali usati, ma ricettiva rispetto alle nuove tendenze della pittura come l’impiego dell’olio siccativo e, come queste ricerche dimostrano, a soluzioni sperimentali per la pittura italiana come l’uso della polvere di vetro. Trovandosi a operare in un luogo che fu crocevia di scambi anche artistici di primaria importanza, con contatti diretti con artisti italiani e d’oltralpe del calibro di Piero della Francesca e di Giusto di Gand, per citarne un paio, e in un momento cruciale rispetto all’elaborazione anche tecnica che porterà poi alle novità del Cinquecento, diventava interessante occuparsi dei suoi metodi esecutivi, anche considerando che si trovò a gestire un’importante bottega operando su molteplici supporti. Un’estesa campagna analitica, con tecniche di indagine principalmente di tipo non invasivo e, in qualche caso oculatamente scelto, di tipo micro-invasivo, è stata infatti condotta a scopo conoscitivo e conservativo su ventotto opere di Giovanni Santi che coprono l’intero periodo di attività dell’artista e rappresentano le differenti tipologie di manufatti realizzate nella sua bottega per svariate committenze, dalle grandi pale, ai dipinti di piccole e medie dimensioni, alle pitture murali.
La tecnica pittorica di Giovanni Santi in Giovanni Santi e la corte di Urbino
Maria Letizia Amadori
2018
Abstract
La professionalità di Giovanni Santi pittore rimane ancora fortemente legata alla tradizione, sia per l’impostazione grafica delle sue opere sia per i materiali usati, ma ricettiva rispetto alle nuove tendenze della pittura come l’impiego dell’olio siccativo e, come queste ricerche dimostrano, a soluzioni sperimentali per la pittura italiana come l’uso della polvere di vetro. Trovandosi a operare in un luogo che fu crocevia di scambi anche artistici di primaria importanza, con contatti diretti con artisti italiani e d’oltralpe del calibro di Piero della Francesca e di Giusto di Gand, per citarne un paio, e in un momento cruciale rispetto all’elaborazione anche tecnica che porterà poi alle novità del Cinquecento, diventava interessante occuparsi dei suoi metodi esecutivi, anche considerando che si trovò a gestire un’importante bottega operando su molteplici supporti. Un’estesa campagna analitica, con tecniche di indagine principalmente di tipo non invasivo e, in qualche caso oculatamente scelto, di tipo micro-invasivo, è stata infatti condotta a scopo conoscitivo e conservativo su ventotto opere di Giovanni Santi che coprono l’intero periodo di attività dell’artista e rappresentano le differenti tipologie di manufatti realizzate nella sua bottega per svariate committenze, dalle grandi pale, ai dipinti di piccole e medie dimensioni, alle pitture murali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.