Ha ancora senso l’ateismo marxista nella società occidentale? Nelle attuali condizioni delle forme di coscienza, riplasmate da decenni di postmodernismo che hanno accompagnato la conclusione di una lunga fase di conflitto politico-sociale destrutturando e disperdendo le identità di classe nate nella rivoluzione industriale – la borghesia europea non meno dello stesso proletariato – ma che hanno intaccato anche le identità culturali tradizionali e di più lunga durata, come quella religiosa, c’è oggi un Dio valido come simbolo del dominio contro cui scagliarsi? Oppure il sacro e la tensione verso la trascendenza, come alcuni sostengono, costituiscono uno degli ultimi argini alla sottomissione al mercato di ogni mondo della vita e di ogni aspetto dell’umano? Ed esiste una Chiesa della quale sia necessario contestare i dogmi, le gerarchie e l’influenza reazionaria o anch’essa deve essere ripensata, semmai, come il luogo di un afflato comunitario e solidaristico che contribuisce a una ritessitura del legame sociale? Il saggio affronta però anche alcune questioni preliminari: è corretto parlare senz’altra specificazione di un ateismo marxista? E cioè: è legittimo e sufficiente parlare di ateismo tout court a proposito dell’atteggiamento del filosofo di Treviri, e della composita filiazione di scuole che a questi si sono richiamate, nei confronti della religione? Oppure, almeno nei casi migliori, è più corretto parlare di una critica della religione e delle forme di coscienza religiose? Oppure ancora, sia nel fondatore quanto nei discepoli, è necessario individuare un’oscillazione tra questi due poli, possibilmente uno sviluppo dialettico, nonché un’occasione di apprendimento che ieri è stata mancata ma oggi potrebbe tornare utile? Da qui un'analisi dell'evoluzione dell'ateismo marxista giovanile e dopo il passaggio per la sinistra hegeliana e una ricostruzione dell'atteggiamento contraddittorio della tradizione marxista nei confronti del fenomeno religioso.

Ateismo marxista o critica storico-materialistica della coscienza religiosa? Dalla Vorrede del 1841 al culto del capitale

AZZARA'
In corso di stampa

Abstract

Ha ancora senso l’ateismo marxista nella società occidentale? Nelle attuali condizioni delle forme di coscienza, riplasmate da decenni di postmodernismo che hanno accompagnato la conclusione di una lunga fase di conflitto politico-sociale destrutturando e disperdendo le identità di classe nate nella rivoluzione industriale – la borghesia europea non meno dello stesso proletariato – ma che hanno intaccato anche le identità culturali tradizionali e di più lunga durata, come quella religiosa, c’è oggi un Dio valido come simbolo del dominio contro cui scagliarsi? Oppure il sacro e la tensione verso la trascendenza, come alcuni sostengono, costituiscono uno degli ultimi argini alla sottomissione al mercato di ogni mondo della vita e di ogni aspetto dell’umano? Ed esiste una Chiesa della quale sia necessario contestare i dogmi, le gerarchie e l’influenza reazionaria o anch’essa deve essere ripensata, semmai, come il luogo di un afflato comunitario e solidaristico che contribuisce a una ritessitura del legame sociale? Il saggio affronta però anche alcune questioni preliminari: è corretto parlare senz’altra specificazione di un ateismo marxista? E cioè: è legittimo e sufficiente parlare di ateismo tout court a proposito dell’atteggiamento del filosofo di Treviri, e della composita filiazione di scuole che a questi si sono richiamate, nei confronti della religione? Oppure, almeno nei casi migliori, è più corretto parlare di una critica della religione e delle forme di coscienza religiose? Oppure ancora, sia nel fondatore quanto nei discepoli, è necessario individuare un’oscillazione tra questi due poli, possibilmente uno sviluppo dialettico, nonché un’occasione di apprendimento che ieri è stata mancata ma oggi potrebbe tornare utile? Da qui un'analisi dell'evoluzione dell'ateismo marxista giovanile e dopo il passaggio per la sinistra hegeliana e una ricostruzione dell'atteggiamento contraddittorio della tradizione marxista nei confronti del fenomeno religioso.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2729974
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