L’intervento parte da una ricognizione di fonti storiche sulla presenza femminile in uno spazio associato alle donne, la cucina, e mostra come tale associazione non sia assoluta, universale, ma vada al contrario ricondotta a precisi contesti storici, geografici e sociali. Il caso delle cucine nobiliari, che in Italia e in altri paesi europei (non in tutti), nel Cinquecento erano popolate soprattutto da cuochi maschi, introduce il discorso sul “genere” degli spazi domestici e il suo cambiamento nel tempo. In questa prospettiva vanno distinti almeno due livelli: quello della casa come “giurisdizione domestica”, che resta legalmente un ambito di supremazia maschile quasi sino alla fine secondo millennio; e quello della casa come spazio di attività e di lavoro, che vede profonde trasformazioni, dal tardo Settecento in poi caratterizzate da una tendenza alla femminilizzazione per circa duecento anni, e poi, almeno in parte, da un movimento di segno opposto. Questo cambiamento della caratterizzazione di genere della casa come spazio di lavoro si intreccia ad un cambiamento del valore attribuito ai diversi lavori svolti nella sfera domestica: dal lavoro di cura e domestico gratuito al lavoro nelle imprese familiari e al lavoro industriale a domicilio, per non citare che alcune fattispecie, accomunate, tuttavia da una tendenziale “delavorizzazione” e svalorizzazione nel corso dell’Otto-Novecento: “delavorizzazione” e svalorizzazione di cui si analizzeranno brevemente le implicazioni.
Angeli del focolare? Spazi domestici e lavori femminili, una prospettiva storica
Raffaella Sarti
2024
Abstract
L’intervento parte da una ricognizione di fonti storiche sulla presenza femminile in uno spazio associato alle donne, la cucina, e mostra come tale associazione non sia assoluta, universale, ma vada al contrario ricondotta a precisi contesti storici, geografici e sociali. Il caso delle cucine nobiliari, che in Italia e in altri paesi europei (non in tutti), nel Cinquecento erano popolate soprattutto da cuochi maschi, introduce il discorso sul “genere” degli spazi domestici e il suo cambiamento nel tempo. In questa prospettiva vanno distinti almeno due livelli: quello della casa come “giurisdizione domestica”, che resta legalmente un ambito di supremazia maschile quasi sino alla fine secondo millennio; e quello della casa come spazio di attività e di lavoro, che vede profonde trasformazioni, dal tardo Settecento in poi caratterizzate da una tendenza alla femminilizzazione per circa duecento anni, e poi, almeno in parte, da un movimento di segno opposto. Questo cambiamento della caratterizzazione di genere della casa come spazio di lavoro si intreccia ad un cambiamento del valore attribuito ai diversi lavori svolti nella sfera domestica: dal lavoro di cura e domestico gratuito al lavoro nelle imprese familiari e al lavoro industriale a domicilio, per non citare che alcune fattispecie, accomunate, tuttavia da una tendenziale “delavorizzazione” e svalorizzazione nel corso dell’Otto-Novecento: “delavorizzazione” e svalorizzazione di cui si analizzeranno brevemente le implicazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.