L'assistenza sanitaria pubblica nasce in Italia con poche risorse permettendo ai medici di integrare i guadagni con la libera professione. Con lo sviluppo del sistema mutualistico il medico di medicina generale resta un libero professionista mentre ai medici ospedalieri viene consentita la libera professione. Sistema Sanitario Nazionale nato 1978 eredita questa dualità professionale. Dunque la figura che gestisce l'accesso e la cura quotidiana dell'utenza è un privato convenzionato. Il nuovo distretto sanitario nasce con grandi auspici e poche certezze e infatti non vedrà crescere le sue dotazioni e le capacità gestionale di pari passo con gli ospedali che sono sempre più al centro dell'attenzione della opinione pubblica e della politica. Eppure medici, esperti e politici sono d'accordo sul fatto che di fronte all'inesorabile invecchiamento della popolazione e ai progressi terapeutici la crescente domanda di cura potrà essere sostenuta solo con una forte capacità di prevenzione, assistenza domiciliare e continuità terapeutica extra-ospedaliera. Poiché sempre più soggetti fragili vivono soli un'integrazione socio-sanitaria è indispensabile. I piani sanitari nazionali e le riforme non sono stati sufficienti per rafforzare efficacemente l'assistenza primaria. Finalmente con il PNRR sono arrivati gli investimenti nelle strutture di accoglienza. Il Governo Draghi con il Decreto 77 ha adottato come modello le esperienze organizzative di alcune regioni che hanno cercato di costruire contenitori nei quali i medici di medicina generale sono chiamati a lavorare in condivisione con il personale medico e soprattutto infermieristico pubblico. Per convincere tutte le regioni a far funzionare questo modello di collaborazione il PNRR ha concentrato sulle nuove Case della Comunità e sugli Ospedali di Comunità gli incentivi economici in conto capitale. Attraverso gli investimenti nei contenitori edilizi si vuole diffondere un nuovo modello di prevenzione, continuità della cura, assistenza domiciliare e socio-assistenziale di prossimità. Di fronte alla grave carenza di risorse umane e organizzative è alto però il rischio che le regioni che non hanno creduto fino a ieri a questo modello di assistenza si limitino oggi ad un adempimento formale, il minimo indispensabile per non perdere i fondi messi a loro a disposizione.

La riforma dell’assistenza sanitaria di base in un contesto di debole istituzionalizzazione. Il modello organizzativo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

giannelli nicola
Writing – Original Draft Preparation
;
lippi andrea
Writing – Original Draft Preparation
2023

Abstract

L'assistenza sanitaria pubblica nasce in Italia con poche risorse permettendo ai medici di integrare i guadagni con la libera professione. Con lo sviluppo del sistema mutualistico il medico di medicina generale resta un libero professionista mentre ai medici ospedalieri viene consentita la libera professione. Sistema Sanitario Nazionale nato 1978 eredita questa dualità professionale. Dunque la figura che gestisce l'accesso e la cura quotidiana dell'utenza è un privato convenzionato. Il nuovo distretto sanitario nasce con grandi auspici e poche certezze e infatti non vedrà crescere le sue dotazioni e le capacità gestionale di pari passo con gli ospedali che sono sempre più al centro dell'attenzione della opinione pubblica e della politica. Eppure medici, esperti e politici sono d'accordo sul fatto che di fronte all'inesorabile invecchiamento della popolazione e ai progressi terapeutici la crescente domanda di cura potrà essere sostenuta solo con una forte capacità di prevenzione, assistenza domiciliare e continuità terapeutica extra-ospedaliera. Poiché sempre più soggetti fragili vivono soli un'integrazione socio-sanitaria è indispensabile. I piani sanitari nazionali e le riforme non sono stati sufficienti per rafforzare efficacemente l'assistenza primaria. Finalmente con il PNRR sono arrivati gli investimenti nelle strutture di accoglienza. Il Governo Draghi con il Decreto 77 ha adottato come modello le esperienze organizzative di alcune regioni che hanno cercato di costruire contenitori nei quali i medici di medicina generale sono chiamati a lavorare in condivisione con il personale medico e soprattutto infermieristico pubblico. Per convincere tutte le regioni a far funzionare questo modello di collaborazione il PNRR ha concentrato sulle nuove Case della Comunità e sugli Ospedali di Comunità gli incentivi economici in conto capitale. Attraverso gli investimenti nei contenitori edilizi si vuole diffondere un nuovo modello di prevenzione, continuità della cura, assistenza domiciliare e socio-assistenziale di prossimità. Di fronte alla grave carenza di risorse umane e organizzative è alto però il rischio che le regioni che non hanno creduto fino a ieri a questo modello di assistenza si limitino oggi ad un adempimento formale, il minimo indispensabile per non perdere i fondi messi a loro a disposizione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2734771
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