LA PERCEZIONE DELL’INCIVILTÀ POLITICA NELLA CAMPAGNA ELETTORALE TRA SENSIBILIZZAZIONE E DESENSIBILIZZAZIONE

Il saggio cerca di comprendere se la ripetuta esposizione a comportamenti incivili da parte degli attori politici aumenti la sensibilità delle persone nei confronti di questo fenomeno, inducendole a valutarlo in maniera più critica, oppure se conduca a un processo di assuefazione e desensibilizzazione. Questa riflessione mira a indagare l’impatto duraturo di tali esposizioni sull’opinione pubblica e sulla percezione dei comportamenti incivili nella sfera politica. Sono cinque le tipologie di inciviltà indagate (discorsiva, informativa, volgare, violenta, e discriminatoria) attraverso una comparazione tra due surveys, su un campione rappresentativo della popolazione italiana, che analizzano un periodo «normale» per lo svolgimento del discorso politico (gennaio 2022) e quello elettorale (settembre 2022). Posto un aumento generalizzato di tutte le forma di inciviltà durante la campagna elettorale, dato che dipende dall’aumento di intensità del confronto-scontro politico, quella cresciuta maggiormente nella percezione dei cittadini-elettori è l’inciviltà informativa. Si tratta di un dato che possiamo, in qualche modo, ritenere prevedibile per l’aumento di attacchi mediali reciproci e forme di ostilità comunicativa tra leader di partito e tra le forze stesse in campo. Gli intervistati con un alto livello di consumo informativo dimostrano una maggiore sensibilità verso le tattiche di manipolazione e distorsione dell’informazione adoperate dai soggetti politici. Si tratta di un risultato che suggerisce indirettamente come i consumi informativi possano contribuire a riconoscere i rischi e le minacce legate a contenuti problematici e, di conseguenza, a percepire in modo più marcato la problematicità dell’uso di forme di disinformazione per ottenere vantaggi nella competizione elettorale.