Il capitolo analizza come la campagna elettorale abbia investito il sistema dei media ibrido, attraverso la circolazione di contenuti di apparente novità, come la presenza di diversi leader politici su TikTok, in una produzione di cortocircuito tra social media e media tradizionali. Da questo punto di vista i video postati da Silvio Berlusconi – «TikTok... Tak» – la visibilità ottenuta nel dibattito pubblico e il reale impatto interno alla piattaforma, tra parodie (molte) e circolazione del contenuto politico (poca), costituisce un caso esemplare. Se questo rappresenta la dimensione più visibile e di superficie di come TikTok abbia contribuito alla campagna elettorale, esiste una dimensione più profonda e meno visibile rappresentata da come un social media come TikTok, con le sue specificità algoritmiche e di circolazione dei contenuti, costituisca o meno uno strumento strategico per la comunicazione politica. L’analisi rivela il ruolo centrale dell’algoritmo nella selezione e promozione dei contenuti su TikTok, influenzando l’agenda elettorale. La decisione di TikTok di introdurre etichette per la campagna elettorale ha spinto gli utenti a utilizzarle, anche per contenuti non politici, evidenziando una nuova modalità di discussione pubblica sulla politica. La campagna su TikTok mostra una tendenza degli utenti a seguire le logiche algoritmiche, privilegiando contenuti in linea con la piattaforma. Ciò suggerisce una rivalutazione del concetto di esposizione accidentale alla politica sui social media, ora algoritmica e finalizzata. TikTok, quindi, produce un engagement politico orientato a soddisfare l’algoritmo, rendendo gli utenti protagonisti della discussione elettorale più che rappresentare uno strumento semplicemente «sfruttabile» dalla politica ai propri fini. In sintesi, possiamo dire che la piattaforma predilige una depoliticizzazione del dibattito e dei contenuti a favore di una maggiore tensione per il politainment. La piattaforma, dunque, ha declinato la propria partecipazione alla campagna elettorale attraverso una nuova relazione tra utenti e tecnicalità, finendo per depotenziare e, al contempo, reinterpretare le tematiche elettorali in favore della propria predominanza algoritmica.
Le elezioni politiche su TikTok. Verso un’agenda pubblica algoritmica?,
Boccia Artieri, Giovanni
;Donato, valeria
2024
Abstract
Il capitolo analizza come la campagna elettorale abbia investito il sistema dei media ibrido, attraverso la circolazione di contenuti di apparente novità, come la presenza di diversi leader politici su TikTok, in una produzione di cortocircuito tra social media e media tradizionali. Da questo punto di vista i video postati da Silvio Berlusconi – «TikTok... Tak» – la visibilità ottenuta nel dibattito pubblico e il reale impatto interno alla piattaforma, tra parodie (molte) e circolazione del contenuto politico (poca), costituisce un caso esemplare. Se questo rappresenta la dimensione più visibile e di superficie di come TikTok abbia contribuito alla campagna elettorale, esiste una dimensione più profonda e meno visibile rappresentata da come un social media come TikTok, con le sue specificità algoritmiche e di circolazione dei contenuti, costituisca o meno uno strumento strategico per la comunicazione politica. L’analisi rivela il ruolo centrale dell’algoritmo nella selezione e promozione dei contenuti su TikTok, influenzando l’agenda elettorale. La decisione di TikTok di introdurre etichette per la campagna elettorale ha spinto gli utenti a utilizzarle, anche per contenuti non politici, evidenziando una nuova modalità di discussione pubblica sulla politica. La campagna su TikTok mostra una tendenza degli utenti a seguire le logiche algoritmiche, privilegiando contenuti in linea con la piattaforma. Ciò suggerisce una rivalutazione del concetto di esposizione accidentale alla politica sui social media, ora algoritmica e finalizzata. TikTok, quindi, produce un engagement politico orientato a soddisfare l’algoritmo, rendendo gli utenti protagonisti della discussione elettorale più che rappresentare uno strumento semplicemente «sfruttabile» dalla politica ai propri fini. In sintesi, possiamo dire che la piattaforma predilige una depoliticizzazione del dibattito e dei contenuti a favore di una maggiore tensione per il politainment. La piattaforma, dunque, ha declinato la propria partecipazione alla campagna elettorale attraverso una nuova relazione tra utenti e tecnicalità, finendo per depotenziare e, al contempo, reinterpretare le tematiche elettorali in favore della propria predominanza algoritmica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.