Il contributo si focalizza sulla qualità cromatica dell’architettura, solo che si intenda la parola cromatismo non tanto come sinonimo di colorismo ma, come notava un grande storico dell’architettura oggi dimenticato, Lorenzo Gori Montanelli, “nel senso originario della parola, da kroma che è superficie della pelle. Quindi cromatismo come modo di trattare le superfici murarie”. Nello specifico, il saggio è dedicato alla grandiosa ricostruzione, nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, del registro inferiore della distrutta facciata dove sono state ricollocate le superstiti sculture di Arnolfo di Cambio, con tracce di policromia; ma l’impaginato architettonico è lasciato bianco. Possiamo quindi considerarlo come un supporto astratto che ci tiene lontani da scelte azzardate; ma al tempo stesso l’operazione abolisce quella policromia complessiva che sorreggeva la concezione d’insieme. E allora il passato che ci viene avvicinato con fisica evidenza ci è allo stesso tempo negato. L’avvicinamento al tempo passato, sempre perseguito ma mai del tutto attuabile, ci mette così di fronte alla responsabilità di quanto mentire; un problema estetico dalle forti implicazioni etiche.

I colori perduti di Arnolfo. Evocazione e rappresentazione dell'antica facciata della cattedrale di Firenze

Fachechi, Grazia Maria
2024

Abstract

Il contributo si focalizza sulla qualità cromatica dell’architettura, solo che si intenda la parola cromatismo non tanto come sinonimo di colorismo ma, come notava un grande storico dell’architettura oggi dimenticato, Lorenzo Gori Montanelli, “nel senso originario della parola, da kroma che è superficie della pelle. Quindi cromatismo come modo di trattare le superfici murarie”. Nello specifico, il saggio è dedicato alla grandiosa ricostruzione, nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, del registro inferiore della distrutta facciata dove sono state ricollocate le superstiti sculture di Arnolfo di Cambio, con tracce di policromia; ma l’impaginato architettonico è lasciato bianco. Possiamo quindi considerarlo come un supporto astratto che ci tiene lontani da scelte azzardate; ma al tempo stesso l’operazione abolisce quella policromia complessiva che sorreggeva la concezione d’insieme. E allora il passato che ci viene avvicinato con fisica evidenza ci è allo stesso tempo negato. L’avvicinamento al tempo passato, sempre perseguito ma mai del tutto attuabile, ci mette così di fronte alla responsabilità di quanto mentire; un problema estetico dalle forti implicazioni etiche.
2024
978-88-9377-316-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2737651
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