Questo contributo scientifico comprende una critica progressiva a tre livelli delle leggi relative alla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani, venendo a considerare dimensioni fattuali, normative e comparative. Nel primo livello viene esplorato un caso emblematico – la tragedia di Rana Plaza – al fine di identificare le complessità della governance dei diritti umani nell’ambito delle catene di fornitura globale. Queste complessità creano condizioni preliminari che devono essere soddisfatte attraverso leggi “reattive” in materia di due diligence obbligatoria, ma non sono state considerate sistematicamente dagli studiosi di Impresa e Diritti Umani. Nel secondo livello, i Principi Guida delle Nazioni Unite vengono decodificati mentre viene sviluppato un quadro analitico per valutare e confrontare le leggi sulla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani estendendo il quadro generale di Surya Deva. Questo approccio rappresenta un’opzione valida per valutare le leggi relative a tale problematica ed è un supplemento ai metodi dottrinali e normativi convenzionali consentendo di delineare in modo conciso i punti di forza e debolezza delle leggi. Il terzo livello di critica comporta esami approfonditi delle relative leggi domestiche (in Francia, Germania e Norvegia) e della normativa dell’Unione Europea ed internazionale. Questa è la sintesi dei tre livelli di critica. L’indagine centrale identifica le best practices tra le leggi considerate e tende a stabilire l’opzione più realizzabile nel breve termine. Questo contributo scientifico stabilisce che, sebbene non esista un modello perfetto o unificato per emanare leggi sulla due diligence in materia di diritti umani, la Direttiva UE su Corporate Sustainability Due Diligence si distingue come lo sforzo legislativo che offre maggiori promesse per “umanizzare” le catene di fornitura globale nei prossimi anni. Attraverso il quadro analitico proposto, la richiamata direttiva europea eccelle sia in ambito nazionale che internazionale, dimostrando un approccio bilanciato che affronta adeguatamente le complessità empiriche identificate e le richieste normative dei Principi Guida delle Nazioni Unite su Impresa e Diritti Umani. Tale direttiva ha altresì il potenziale per contribuire ad armonizzare le leggi domestiche tra di loro contrastanti sulla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani e, attraverso l’effetto “Bruxelles”, può far progredire la due diligence a livello globale nel prossimo futuro. Tuttavia, occorre precisare che la Direttiva UE in discussione non è priva di imperfezioni ed inoltre non è una sostituzione di un trattato in materia di Impresa e Diritti Umani nel lungo termine. Per sbloccarne appieno il suo potenziale, i legislatori UE dovrebbero correggere le carenze della Direttiva UE su Corporate Sustainability Due Diligence incorporando le best practices di altre leggi sulla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani. I legislatori UE dovrebbero anche affrontare le preoccupazioni sollevate dalla prospettiva del Third World Approach to International Law. Questo è rilevante nel caso in cui la Direttiva UE su Corporate Sustainability Due Diligence deve rispondere pienamente alle complessità della responsabilità per gli abusi dei diritti umani da parte delle aziende che spesso si verificano nei cosiddetti paesi del Terzo Mondo.

The proliferation of global value chains (GVCs) has shaped society both positively and negatively. A notable manifestation of the adverse impacts of GVCs is the underregulated corporate human rights abuses. The UN Guiding Principles on Business and Human Rights (UNGPs) represents a promising transnational strategy to address the accountability gap associated with such abuses. The latest and most promising effort to operationalize the UNGPs is mandatory human rights due diligence (mHRDD). As the mHRDD legislative bandwagon gains momentum at domestic, regional, and international levels, corporate human rights abuses along GVCs have escalated. Addressing this accountability gap is urgent, and identifying an mHRDD law that can do so effectively is thus the central inquiry of this study. This requires a comprehensive understanding of the empirical complexity of human rights governance in GVCs and demands a holistic and critical examination of major mHRDD laws. This study comprises a three-layered progressive critique of mHRDD laws, considering factual, normative, and comparative dimensions. In the first layer, an emblematic case—the Rana Plaza tragedy—is explored to map the complexities of human rights governance along GVCs. These complexities create preconditions that must be satisfied for responsive mHRDD laws, but they have not been systematically considered by BHR scholars. In the second layer, the UNGPs are decoded, and an analytical framework for evaluating and comparing mHRDD laws is developed by extending Surya Deva’s framework. This approach is a viable option for assessing mHRDD laws and a complement to conventional doctrinal and normative methods, allowing the strengths and weaknesses of the laws to be set out concisely. The third layer of critique involves in-depth examinations of and among domestic (France, Germany, and Norway), EU, and international mHRDD laws. It is the culmination of the three progressive critiques. It addresses the central inquiry by identifying best practices from among the laws considered and ascertaining the most viable option in the short term. This research establishes that while there is neither a perfect nor a unified model for enacting mHRDD, the EU CSDDD stands out as the legislative effort holding the most promise for humanizing GVCs in the coming years. Through the proposed analytical framework, the EU CSDDD excels in domestic and international contexts, demonstrating a balanced approach that properly addresses the empirical complexities identified and the normative demands of the UNGPs. It also has the potential to aid in harmonizing vying domestic mHRDD laws and, through the “Brussels Effect,” to advance mHRDD globally in the near future. However, the EU CSDDD is neither flawless nor a substitute for a BHR treaty in the long term. To fully unlock its potential, EU legislators should rectify the shortcomings of the EU CSDDD by incorporating best practices from other mHRDD laws. EU legislators should also engage with concerns raised from the Third World Approach to International Law perspective. Doing so is important if the EU CSDDD is to be fully responsive to the complexities of accountability for corporate human rights abuses, which often take place in so-called Third World countries.

Humanizing Global Value Chains through Mandatory Human Rights Due Diligence: An Assessment of Domestic, Regional (EU), and International Legislative Practices

LI, ZHUOLUN
2024

Abstract

Questo contributo scientifico comprende una critica progressiva a tre livelli delle leggi relative alla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani, venendo a considerare dimensioni fattuali, normative e comparative. Nel primo livello viene esplorato un caso emblematico – la tragedia di Rana Plaza – al fine di identificare le complessità della governance dei diritti umani nell’ambito delle catene di fornitura globale. Queste complessità creano condizioni preliminari che devono essere soddisfatte attraverso leggi “reattive” in materia di due diligence obbligatoria, ma non sono state considerate sistematicamente dagli studiosi di Impresa e Diritti Umani. Nel secondo livello, i Principi Guida delle Nazioni Unite vengono decodificati mentre viene sviluppato un quadro analitico per valutare e confrontare le leggi sulla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani estendendo il quadro generale di Surya Deva. Questo approccio rappresenta un’opzione valida per valutare le leggi relative a tale problematica ed è un supplemento ai metodi dottrinali e normativi convenzionali consentendo di delineare in modo conciso i punti di forza e debolezza delle leggi. Il terzo livello di critica comporta esami approfonditi delle relative leggi domestiche (in Francia, Germania e Norvegia) e della normativa dell’Unione Europea ed internazionale. Questa è la sintesi dei tre livelli di critica. L’indagine centrale identifica le best practices tra le leggi considerate e tende a stabilire l’opzione più realizzabile nel breve termine. Questo contributo scientifico stabilisce che, sebbene non esista un modello perfetto o unificato per emanare leggi sulla due diligence in materia di diritti umani, la Direttiva UE su Corporate Sustainability Due Diligence si distingue come lo sforzo legislativo che offre maggiori promesse per “umanizzare” le catene di fornitura globale nei prossimi anni. Attraverso il quadro analitico proposto, la richiamata direttiva europea eccelle sia in ambito nazionale che internazionale, dimostrando un approccio bilanciato che affronta adeguatamente le complessità empiriche identificate e le richieste normative dei Principi Guida delle Nazioni Unite su Impresa e Diritti Umani. Tale direttiva ha altresì il potenziale per contribuire ad armonizzare le leggi domestiche tra di loro contrastanti sulla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani e, attraverso l’effetto “Bruxelles”, può far progredire la due diligence a livello globale nel prossimo futuro. Tuttavia, occorre precisare che la Direttiva UE in discussione non è priva di imperfezioni ed inoltre non è una sostituzione di un trattato in materia di Impresa e Diritti Umani nel lungo termine. Per sbloccarne appieno il suo potenziale, i legislatori UE dovrebbero correggere le carenze della Direttiva UE su Corporate Sustainability Due Diligence incorporando le best practices di altre leggi sulla due diligence obbligatoria in materia di diritti umani. I legislatori UE dovrebbero anche affrontare le preoccupazioni sollevate dalla prospettiva del Third World Approach to International Law. Questo è rilevante nel caso in cui la Direttiva UE su Corporate Sustainability Due Diligence deve rispondere pienamente alle complessità della responsabilità per gli abusi dei diritti umani da parte delle aziende che spesso si verificano nei cosiddetti paesi del Terzo Mondo.
12-giu-2024
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