La maggior parte degli storici del cinema concorda nel descrivere i film noir come una sintesi di tre elementi eterogenei: la prima letteratura hard-boiled (soprattutto quella dei grandi autori, Hammett e Chandler), il cinema espressionista tedesco e la psicoanalisi. A questi tre elementi di solito si aggiunge una particolare sensibilità visiva, caratterizzata da una fotografia scura, immagini di strade bagnate e desolate e particolari giochi di luci e ombre. Questi aspetti fotografici spesso vengono ricondotti proprio all’espressionismo tedesco. Tuttavia, ci sono alcuni pittori americani che almeno vent’anni prima del The Maltese Falcon (John Huston, 1941) – considerato il primo noir della storia – hanno anticipato sensibilità e schemi compositivi della fortuna stagione cinematografica. Edward Hopper, oltre ad essere il più importante pittore figurativo americano, è forse l’artista che ha dato il contributo maggiore allo sviluppo dei noir, anche grazie alla sua vicenda biografica (inizia la sua carriera come illustratore di locandine cinematografiche). Esistono alcuni articoli e saggi che segnalano – non sempre in modo approfondito e analitico – lo stretto rapporto tra alcune incisioni e tele di Hopper e la costruzione delle scene dei film noir. Ma questi articoli e saggi di solito si concentrano sul rapporto specifico tra il pittore e Alfred Hitchcock (entrambi avevano esplicitato stima reciproca) o sulla relazione tra due tele di Hopper e Force of Evil, il bel film di Abraham Polosnky. Lo scopo del mio saggio è dunque quello di esaminare le molteplici affinità formali e tematiche tra alcune opere di Hopper e i film noir americani, mettendo in luce gli intrecci tra il cinema e l’artista che hanno preceduto ”l’età del noir”.
AMERICAN NIGHT SHADOWS: NOTE SU EDWARD HOPPER E IL CINEMA NOIR AMERICANO
SEGATO G
2017
Abstract
La maggior parte degli storici del cinema concorda nel descrivere i film noir come una sintesi di tre elementi eterogenei: la prima letteratura hard-boiled (soprattutto quella dei grandi autori, Hammett e Chandler), il cinema espressionista tedesco e la psicoanalisi. A questi tre elementi di solito si aggiunge una particolare sensibilità visiva, caratterizzata da una fotografia scura, immagini di strade bagnate e desolate e particolari giochi di luci e ombre. Questi aspetti fotografici spesso vengono ricondotti proprio all’espressionismo tedesco. Tuttavia, ci sono alcuni pittori americani che almeno vent’anni prima del The Maltese Falcon (John Huston, 1941) – considerato il primo noir della storia – hanno anticipato sensibilità e schemi compositivi della fortuna stagione cinematografica. Edward Hopper, oltre ad essere il più importante pittore figurativo americano, è forse l’artista che ha dato il contributo maggiore allo sviluppo dei noir, anche grazie alla sua vicenda biografica (inizia la sua carriera come illustratore di locandine cinematografiche). Esistono alcuni articoli e saggi che segnalano – non sempre in modo approfondito e analitico – lo stretto rapporto tra alcune incisioni e tele di Hopper e la costruzione delle scene dei film noir. Ma questi articoli e saggi di solito si concentrano sul rapporto specifico tra il pittore e Alfred Hitchcock (entrambi avevano esplicitato stima reciproca) o sulla relazione tra due tele di Hopper e Force of Evil, il bel film di Abraham Polosnky. Lo scopo del mio saggio è dunque quello di esaminare le molteplici affinità formali e tematiche tra alcune opere di Hopper e i film noir americani, mettendo in luce gli intrecci tra il cinema e l’artista che hanno preceduto ”l’età del noir”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.