Il presente fascicolo non intende fornire una sintesi esaustiva di questo vasto cam­ po di studi, quanto piuttosto presentare una selezione di case studies ed esperienze significative maturate al suo interno. L’occasione che ha stimolato questa riflessione collettiva `e stata la giornata di studi dedicata alla memoria di Paolo Brenni (1954­ 2021), figura di riferimento internazionale negli studi, nella valorizzazione e nel restau­ ro del patrimonio scientifico-tecnologico, a un anno dalla sua scomparsa. L’evento, organizzato dalla Commissione Strumenti Scientifici della Societ`a Italiana degli Sto­ rici della Fisica e dell’Astronomia – di cui i curatori di questo fascicolo sono membri – si `e svolto tra Firenze e Arezzo il 14 e 15 dicembre 2022. In tale circostanza, colleghi, collaboratori e studiosi che si sono riconosciuti nel percorso scientifico e metodologico tracciato da Brenni hanno condiviso i risultati delle proprie ricerche ed esperienze nel campo della valorizzazione degli strumenti scientifici e della loro storia. La ricchezza metodologica e la pluralit`a di prospettive caratterizzano questa rac­ colta di contributi dedicati all’analisi dei costruttori, alle collezioni strumentali, agli apparati fisici, medici e astronomici, anelli fondamentali per lo sviluppo delle ricerche e delle pratiche sperimentali nei rispettivi contesti storici. Daniele L. R. Marini esplora, attraverso l’analisi di documenti autografi e l’impiego di moderne tecnologie di indagine, il modello meccanico del sistema planetario coper­ nicano progettato dal famoso astronomo tedesco Johannes Kepler. Tale ambizioso progetto rimase incompiuto per le intrinseche difficolt`a tecniche dell’epoca. Nel contesto delle pioneristiche ricerche sulla propagazione e sulla velocit`a del suono, condotte presso l’Accademia del Cimento nel XVII secolo, Elisabetta Rossi analizza strumenti ed esperimenti progettati dagli accademici e realizzati dagli artigiani di corte. La sua indagine si basa sia sui celebri Saggi di Naturali Espe­ rienze (1667), sia sui manoscritti inediti dell’Accademia, tuttora conservati presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Riccardo Govoni presenta un’analisi della prestigiosa collezione di strumenti di Fisica del Liceo “Virgilio” di Mantova. Questa raccolta, iniziata dai Gesuiti alla met`a del XVIII secolo nel Palazzo degli Studi e successivamente collocata al Regio Arciducale Ginnasio durante il governo di Maria Teresa d’Austria, rappresenta un caso notevole di continuit`a storica e spaziale. Il contributo ne documenta il recente processo di recupero e valorizzazione, avviato negli anni Ottanta del Novecento, evidenziando l’importanza della preservazione del patrimonio storico-scientifico. Lucia De Frenza ricostruisce la storia dei generatori elettrostatici ad induzione della seconda met`a del XIX secolo, apparati che catalizzarono l’interesse della comu- nit`a scientifica dell’epoca, stimolando la realizzazione di numerose varianti e prototipi. Tali apparati, pur rimanendo confinati all’ambito della ricerca e della didattica per le difficolt`a teoriche nel comprenderne pienamente il funzionamento, contribuirono significativamente al dibattito sui principi dell’elettrostatica. Mara Fausone e Marco Galloni ricostruiscono la figura e l’attivit`a del meccani­ co e costruttore torinese di strumenti scientifici Luigi Corino. Questi, operando tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo presso l’Universit`a di Torino, collabor`o ini­ zialmente con il celebre fisiologo Angelo Mosso, per poi avviare una propria attivit`a imprenditoriale. La dimensione conservativa del patrimonio scientifico emerge con particolare evidenza negli ultimi contributi del fascicolo. Il saggio di Ileana Chinnici, Maria Rosalia Carotenuto e Manuela Coniglio presen­ ta un caso specifico di intervento conservativo: il restauro di alcuni telescopi storici del Museo della Specola dell’Osservatorio astronomico di Palermo. L’esperienza sottoli­ nea il ruolo fondamentale delle istituzioni depositarie nella promozione e realizzazione di progetti di conservazione e valorizzazione del patrimonio scientifico-tecnologico. Luca Reduzzi si sofferma su un significativo esempio di strumentazione scientifi­ ca contemporanea: l’acceleratore di particelle Cockcroft-Walton, conservato presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Questo apparato, impie­ gato nelle ricerche di fisica nucleare applicata a met`a del Novecento e acquisito dal Museo nel 1965, `e stato recentemente oggetto di un attento intervento di restauro. Il caso dimostra come i grandi apparati di ricerca del Novecento possano assumere rilevanza storica e necessitino di specifiche strategie di conservazione e valorizzazione. A conclusione, il saggio di Anna Giatti affronta la questione fondamentale del riconoscimento del valore culturale del patrimonio scientifico-tecnologico storico, an­ cora oggi non pienamente acquisito. Attraverso l’analisi di casi emblematici, il saggio evidenzia come il raggiungimento degli obiettivi di preservazione richieda un siste­ ma articolato di strumenti normativi e di supporto, nonch´e lo sviluppo di specifiche competenze negli organi di tutela e un costante aggiornamento professionale.

La Scienza degli Strumenti: Riflessioni e Studi (Supplemento al Giornale di Fisica)

Roberto mantovani;
2024

Abstract

Il presente fascicolo non intende fornire una sintesi esaustiva di questo vasto cam­ po di studi, quanto piuttosto presentare una selezione di case studies ed esperienze significative maturate al suo interno. L’occasione che ha stimolato questa riflessione collettiva `e stata la giornata di studi dedicata alla memoria di Paolo Brenni (1954­ 2021), figura di riferimento internazionale negli studi, nella valorizzazione e nel restau­ ro del patrimonio scientifico-tecnologico, a un anno dalla sua scomparsa. L’evento, organizzato dalla Commissione Strumenti Scientifici della Societ`a Italiana degli Sto­ rici della Fisica e dell’Astronomia – di cui i curatori di questo fascicolo sono membri – si `e svolto tra Firenze e Arezzo il 14 e 15 dicembre 2022. In tale circostanza, colleghi, collaboratori e studiosi che si sono riconosciuti nel percorso scientifico e metodologico tracciato da Brenni hanno condiviso i risultati delle proprie ricerche ed esperienze nel campo della valorizzazione degli strumenti scientifici e della loro storia. La ricchezza metodologica e la pluralit`a di prospettive caratterizzano questa rac­ colta di contributi dedicati all’analisi dei costruttori, alle collezioni strumentali, agli apparati fisici, medici e astronomici, anelli fondamentali per lo sviluppo delle ricerche e delle pratiche sperimentali nei rispettivi contesti storici. Daniele L. R. Marini esplora, attraverso l’analisi di documenti autografi e l’impiego di moderne tecnologie di indagine, il modello meccanico del sistema planetario coper­ nicano progettato dal famoso astronomo tedesco Johannes Kepler. Tale ambizioso progetto rimase incompiuto per le intrinseche difficolt`a tecniche dell’epoca. Nel contesto delle pioneristiche ricerche sulla propagazione e sulla velocit`a del suono, condotte presso l’Accademia del Cimento nel XVII secolo, Elisabetta Rossi analizza strumenti ed esperimenti progettati dagli accademici e realizzati dagli artigiani di corte. La sua indagine si basa sia sui celebri Saggi di Naturali Espe­ rienze (1667), sia sui manoscritti inediti dell’Accademia, tuttora conservati presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Riccardo Govoni presenta un’analisi della prestigiosa collezione di strumenti di Fisica del Liceo “Virgilio” di Mantova. Questa raccolta, iniziata dai Gesuiti alla met`a del XVIII secolo nel Palazzo degli Studi e successivamente collocata al Regio Arciducale Ginnasio durante il governo di Maria Teresa d’Austria, rappresenta un caso notevole di continuit`a storica e spaziale. Il contributo ne documenta il recente processo di recupero e valorizzazione, avviato negli anni Ottanta del Novecento, evidenziando l’importanza della preservazione del patrimonio storico-scientifico. Lucia De Frenza ricostruisce la storia dei generatori elettrostatici ad induzione della seconda met`a del XIX secolo, apparati che catalizzarono l’interesse della comu- nit`a scientifica dell’epoca, stimolando la realizzazione di numerose varianti e prototipi. Tali apparati, pur rimanendo confinati all’ambito della ricerca e della didattica per le difficolt`a teoriche nel comprenderne pienamente il funzionamento, contribuirono significativamente al dibattito sui principi dell’elettrostatica. Mara Fausone e Marco Galloni ricostruiscono la figura e l’attivit`a del meccani­ co e costruttore torinese di strumenti scientifici Luigi Corino. Questi, operando tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo presso l’Universit`a di Torino, collabor`o ini­ zialmente con il celebre fisiologo Angelo Mosso, per poi avviare una propria attivit`a imprenditoriale. La dimensione conservativa del patrimonio scientifico emerge con particolare evidenza negli ultimi contributi del fascicolo. Il saggio di Ileana Chinnici, Maria Rosalia Carotenuto e Manuela Coniglio presen­ ta un caso specifico di intervento conservativo: il restauro di alcuni telescopi storici del Museo della Specola dell’Osservatorio astronomico di Palermo. L’esperienza sottoli­ nea il ruolo fondamentale delle istituzioni depositarie nella promozione e realizzazione di progetti di conservazione e valorizzazione del patrimonio scientifico-tecnologico. Luca Reduzzi si sofferma su un significativo esempio di strumentazione scientifi­ ca contemporanea: l’acceleratore di particelle Cockcroft-Walton, conservato presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Questo apparato, impie­ gato nelle ricerche di fisica nucleare applicata a met`a del Novecento e acquisito dal Museo nel 1965, `e stato recentemente oggetto di un attento intervento di restauro. Il caso dimostra come i grandi apparati di ricerca del Novecento possano assumere rilevanza storica e necessitino di specifiche strategie di conservazione e valorizzazione. A conclusione, il saggio di Anna Giatti affronta la questione fondamentale del riconoscimento del valore culturale del patrimonio scientifico-tecnologico storico, an­ cora oggi non pienamente acquisito. Attraverso l’analisi di casi emblematici, il saggio evidenzia come il raggiungimento degli obiettivi di preservazione richieda un siste­ ma articolato di strumenti normativi e di supporto, nonch´e lo sviluppo di specifiche competenze negli organi di tutela e un costante aggiornamento professionale.
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