Alle soglie del Millequattrocento in Europa il linguaggio artistico si rinnova sulla traccia dell’Umanesimo, ricercando una maggiore adesione formale alla realtà. La critica ha da tempo individuato nella penisola italiana e nelle Fiandre i due principali poli creativi e d’irradiazione. L’approccio differente nella rappresentazione si deve all’eterogeneità di visione del mondo delle due aree geografiche. La cultura laica e razionale italiana, che affonda le sue radici nell’arte classica, trova il suo medium nella prospettiva centrale, affinata da Filippo Brunelleschi; diversamente i fiamminghi perfezioneranno la tecnica della pittura a olio per rendere più naturalistici dipinti e sculture. Le difformità, come anche in seguito gli accoglimenti e gli scambi, si giocheranno soprattutto nell’ambito pittorico, ove inizialmente si avrà nel realismo strutturale di Masaccio un deliberato rifiuto del superfluo da un lato, dall’altro l’analisi minuta della realtà fenomenica di Jan van Eyck. Gli spostamenti degli artisti, la committenza e la movimentazione di opere dovuta soprattutto all’attività di mercanti e banchieri, determineranno l’ibridazione di tecniche e stili. Bruges e Bruxelles, Firenze, Venezia, Napoli e Urbino sono solo alcuni dei luoghi che furono teatro di una fitta trama d’intrecci di cui Roger van der Weyden, Petrus Christus, Giusto di Gand, da una parte, Domenico Ghirlandaio, Antonello da Messina e Giovanni Bellini dall’altra, figurarono tra gli interpreti.

Per un'introduzione ai rapporti tra arte italia e arte fiamminga nel XV secolo

Francesca Bottacin
2025

Abstract

Alle soglie del Millequattrocento in Europa il linguaggio artistico si rinnova sulla traccia dell’Umanesimo, ricercando una maggiore adesione formale alla realtà. La critica ha da tempo individuato nella penisola italiana e nelle Fiandre i due principali poli creativi e d’irradiazione. L’approccio differente nella rappresentazione si deve all’eterogeneità di visione del mondo delle due aree geografiche. La cultura laica e razionale italiana, che affonda le sue radici nell’arte classica, trova il suo medium nella prospettiva centrale, affinata da Filippo Brunelleschi; diversamente i fiamminghi perfezioneranno la tecnica della pittura a olio per rendere più naturalistici dipinti e sculture. Le difformità, come anche in seguito gli accoglimenti e gli scambi, si giocheranno soprattutto nell’ambito pittorico, ove inizialmente si avrà nel realismo strutturale di Masaccio un deliberato rifiuto del superfluo da un lato, dall’altro l’analisi minuta della realtà fenomenica di Jan van Eyck. Gli spostamenti degli artisti, la committenza e la movimentazione di opere dovuta soprattutto all’attività di mercanti e banchieri, determineranno l’ibridazione di tecniche e stili. Bruges e Bruxelles, Firenze, Venezia, Napoli e Urbino sono solo alcuni dei luoghi che furono teatro di una fitta trama d’intrecci di cui Roger van der Weyden, Petrus Christus, Giusto di Gand, da una parte, Domenico Ghirlandaio, Antonello da Messina e Giovanni Bellini dall’altra, figurarono tra gli interpreti.
2025
978-2-930054-46-9
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