L’itinerario che conduce dalla figura di Narciso alla configurazio- ne della massa algoritmica rappresenta una frattura epistemologica profonda che riguarda la nostra antropologia, più che una semplice evoluzione tecnologica degli strumenti comunicativi. Questa rottu- ra investe direttamente la struttura della soggettività, modificando il modo in cui l’individuo percepisce sé stesso, costruisce il proprio desiderio e ricerca l’incontro con l’altro. Lo specchio, che un tempo costituiva la superficie riflessiva e ambivalente di interrogazione per- sonale, è divenuto una trappola simbolica che vincola la percezione di sé esclusivamente alla dimensione della visibilità immediata alla risposta altrui, obbligando il soggetto a riconoscersi non in ciò che è, ma in ciò che mette in mostra ricevendo consenso. Questa trasformazione epistemologica segna un passaggio dal- la visione come fondamento della conoscenza alla visibilità come fondamento dell’identità: ogni espressione personale, ogni parola, gesto o emozione, si trasforma in un contenuto ottimizzato per la leggibilità social. Il linguaggio, privato della sua capacità di esplorare e approfondire, diviene una sequenza di segnali superficiali, mentre l’esperienza del tempo perde la sua densità e continuità narrativa. Ne consegue una frammentazione della soggettività che si manifesta sì come una presenza costante e visibile, ma instabile, dipendente dall’approvazione del sistema e incapace di elaborare un’autentica narrazione interiore.Tale crisi non rappresenta però un semplice effetto collaterale della modernità digitale, ma è l’esito coerente di uno sviluppo della soggettività che pone al centro un desiderio mimetico in cui i pro- tagonisti non sono più in grado di percepire che è la condizione antropologica di discepoli a connotare il genere umano. La violenza prodotta da questa dinamica non è quindi un episodio marginale, bensì una struttura fondante della massa algoritmica contemporanea
Lo specchio e il riflesso. Antropologia politica dei social network
Cristiano Maria Bellei
2025
Abstract
L’itinerario che conduce dalla figura di Narciso alla configurazio- ne della massa algoritmica rappresenta una frattura epistemologica profonda che riguarda la nostra antropologia, più che una semplice evoluzione tecnologica degli strumenti comunicativi. Questa rottu- ra investe direttamente la struttura della soggettività, modificando il modo in cui l’individuo percepisce sé stesso, costruisce il proprio desiderio e ricerca l’incontro con l’altro. Lo specchio, che un tempo costituiva la superficie riflessiva e ambivalente di interrogazione per- sonale, è divenuto una trappola simbolica che vincola la percezione di sé esclusivamente alla dimensione della visibilità immediata alla risposta altrui, obbligando il soggetto a riconoscersi non in ciò che è, ma in ciò che mette in mostra ricevendo consenso. Questa trasformazione epistemologica segna un passaggio dal- la visione come fondamento della conoscenza alla visibilità come fondamento dell’identità: ogni espressione personale, ogni parola, gesto o emozione, si trasforma in un contenuto ottimizzato per la leggibilità social. Il linguaggio, privato della sua capacità di esplorare e approfondire, diviene una sequenza di segnali superficiali, mentre l’esperienza del tempo perde la sua densità e continuità narrativa. Ne consegue una frammentazione della soggettività che si manifesta sì come una presenza costante e visibile, ma instabile, dipendente dall’approvazione del sistema e incapace di elaborare un’autentica narrazione interiore.Tale crisi non rappresenta però un semplice effetto collaterale della modernità digitale, ma è l’esito coerente di uno sviluppo della soggettività che pone al centro un desiderio mimetico in cui i pro- tagonisti non sono più in grado di percepire che è la condizione antropologica di discepoli a connotare il genere umano. La violenza prodotta da questa dinamica non è quindi un episodio marginale, bensì una struttura fondante della massa algoritmica contemporanea| File | Dimensione | Formato | |
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