Il problema della legittimazione processuale degli Stati nell’ordinamento statunitense ha poco interessato gli studiosi del diritto amministrativo americano, almeno fino alla sentenza Massachusetts v. EPA del 2 aprile 2007. La complessa sentenza, pur essendo stata presa con una ristretta maggioranza e pur giungendo all’affermazione dello standing dello Stato del Massachusetts sulla base dei principi tradizionalmente affermati in materia, è di particolare interesse, per almeno tre motivi: il primo è che, per la prima volta, la Corte suprema afferma una distinzione, ai fini della legittimazione attiva, tra gli Stati, che divengono dei ricorrenti privilegiati (in quanto godono di una «special solicitude» nell’analisi dello standing), e gli altri soggetti; il secondo è che, nell’arrivare a tale distinzione, la Corte suprema conferma, o, secondo un’altra interpretazione, stabilisce, alcuni punti fermi nella teoria dello standing, di cui viene così messa in risalto la componente “politica”; il terzo, invece, non riguarda esclusivamente l’ordinamento statunitense, ma anche le prospettive che tale soluzione può aprire in un’ottica comparata. Nello studio viene esaminata, innanzitutto, l’evoluzione dell’analisi della legittimazione processuale degli Stati nell’ordinamento statunitense; quindi, la sentenza Massachusetts v. Epa; infine, i problemi e le prospettive che la sentenza apre, evidenziando come lo studio delle ragioni storiche e politiche e delle modalità del differente sviluppo della legittimazione processuale degli enti territoriali infra-nazionali (sia nell’ambito degli ordinamenti nazionali, sia nell’ambito di quello europeo) potrebbe aiutare a comprendere meglio anche il processo di integrazione europea.

La legittimazione processuale degli Stati nell’ordinamento statunitense

GNES, MATTEO
2008

Abstract

Il problema della legittimazione processuale degli Stati nell’ordinamento statunitense ha poco interessato gli studiosi del diritto amministrativo americano, almeno fino alla sentenza Massachusetts v. EPA del 2 aprile 2007. La complessa sentenza, pur essendo stata presa con una ristretta maggioranza e pur giungendo all’affermazione dello standing dello Stato del Massachusetts sulla base dei principi tradizionalmente affermati in materia, è di particolare interesse, per almeno tre motivi: il primo è che, per la prima volta, la Corte suprema afferma una distinzione, ai fini della legittimazione attiva, tra gli Stati, che divengono dei ricorrenti privilegiati (in quanto godono di una «special solicitude» nell’analisi dello standing), e gli altri soggetti; il secondo è che, nell’arrivare a tale distinzione, la Corte suprema conferma, o, secondo un’altra interpretazione, stabilisce, alcuni punti fermi nella teoria dello standing, di cui viene così messa in risalto la componente “politica”; il terzo, invece, non riguarda esclusivamente l’ordinamento statunitense, ma anche le prospettive che tale soluzione può aprire in un’ottica comparata. Nello studio viene esaminata, innanzitutto, l’evoluzione dell’analisi della legittimazione processuale degli Stati nell’ordinamento statunitense; quindi, la sentenza Massachusetts v. Epa; infine, i problemi e le prospettive che la sentenza apre, evidenziando come lo studio delle ragioni storiche e politiche e delle modalità del differente sviluppo della legittimazione processuale degli enti territoriali infra-nazionali (sia nell’ambito degli ordinamenti nazionali, sia nell’ambito di quello europeo) potrebbe aiutare a comprendere meglio anche il processo di integrazione europea.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/1882399
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