L’idea di alzare muri, che è tutt’altro che nuova, non è neppure isolata. Anzi, un così primitivo strumento dell’agire politico si è recentemente imposto come particolare dispositivo di “soluzione” di conflitti, seguendo un rozzo pragmatismo capace di corrispondere a molti e disparati interessi. Al punto che, inaspettatamente, i decenni successivi alla caduta del muro di Berlino potrebbero finire per essere ricordati come un momento di grande fortuna per muri e barriere d’ogni tipo, risultato tangibile di un’ansia di separatezza che è un primo (e brutale) riflesso dell’ossessione per la sicurezza impostasi nella lunga transizione del post- guerra fredda. Nel 1989 l’abbattimento del muro di Berlino – ripudio della separatezza, della contrapposizione e per estensione dei conflitti – si impose naturalmente quale simbolo d’avvio di una nuova epoca. Quella “ferita” nel cuore dell’Europa fu percepita, ancor più nel momento stesso della sua fine, come un intollerabile anacronismo. Crollato il “muro della vergogna”, com’era definito quello berlinese, la stessa vergogna è invece tornata a proporsi, addirittura moltiplicata, nell’indifferenza dei più.
Il muro di Sharon e altre vergogne
MEDICI, ANNA MARIA
2004
Abstract
L’idea di alzare muri, che è tutt’altro che nuova, non è neppure isolata. Anzi, un così primitivo strumento dell’agire politico si è recentemente imposto come particolare dispositivo di “soluzione” di conflitti, seguendo un rozzo pragmatismo capace di corrispondere a molti e disparati interessi. Al punto che, inaspettatamente, i decenni successivi alla caduta del muro di Berlino potrebbero finire per essere ricordati come un momento di grande fortuna per muri e barriere d’ogni tipo, risultato tangibile di un’ansia di separatezza che è un primo (e brutale) riflesso dell’ossessione per la sicurezza impostasi nella lunga transizione del post- guerra fredda. Nel 1989 l’abbattimento del muro di Berlino – ripudio della separatezza, della contrapposizione e per estensione dei conflitti – si impose naturalmente quale simbolo d’avvio di una nuova epoca. Quella “ferita” nel cuore dell’Europa fu percepita, ancor più nel momento stesso della sua fine, come un intollerabile anacronismo. Crollato il “muro della vergogna”, com’era definito quello berlinese, la stessa vergogna è invece tornata a proporsi, addirittura moltiplicata, nell’indifferenza dei più.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.