Marino Piazzolla è uno dei tanti “minori” della nostra letteratura del Novecento, cui tuttavia è toccata la buona ventura (prima del suo ritorno in Italia e a Roma nei primi anni ’40), di conoscere e frequentare grandi nomi della cultura d’Oltralpe, da Paul Valéry ad André Gide sino ai surrealisti. La sua prima formazione si è infatti compiuta a Parigi, dove si era trasferito negli anni ’30; e dove, al contatto con quella letteratura, ebbe modo di maturare la sua vocazione di poeta e di affinare le sue riflessioni di poetica tutt’insieme buttando su carta i primi versi in lingua francese. Ecco: il libro ricompone il percorso di apprendimento e formazione di Piazzolla, tracciando e indagando criticamente la fitta rete di relazioni in cui il poeta pugliese si è ritrovato ad operare. Ciò attraverso un percorso di ordine strettamente comparativo, con un confronto tra la sua opera e la sua figura con numerosi autori della cosiddetta Moderne – Hölderlin, Leopardi, Baudelaire, Lautréamont, Nietzsche, Claudel, Reverdy, Alberti, Michaux – ma anche con autori appartenenti alla tradizione, dai lirici greci a Dante. Più in particolare si è tenuto presente sul piano dell’analisi critica la peculiarissima ermeneutica di María Zambrano, alla quale si debbono per altro pagine assai illuminanti sull’opera di Piazzolla.
Le stagioni francesi di Marino Piazzolla
DE SANTI, GUALTIERO
2006
Abstract
Marino Piazzolla è uno dei tanti “minori” della nostra letteratura del Novecento, cui tuttavia è toccata la buona ventura (prima del suo ritorno in Italia e a Roma nei primi anni ’40), di conoscere e frequentare grandi nomi della cultura d’Oltralpe, da Paul Valéry ad André Gide sino ai surrealisti. La sua prima formazione si è infatti compiuta a Parigi, dove si era trasferito negli anni ’30; e dove, al contatto con quella letteratura, ebbe modo di maturare la sua vocazione di poeta e di affinare le sue riflessioni di poetica tutt’insieme buttando su carta i primi versi in lingua francese. Ecco: il libro ricompone il percorso di apprendimento e formazione di Piazzolla, tracciando e indagando criticamente la fitta rete di relazioni in cui il poeta pugliese si è ritrovato ad operare. Ciò attraverso un percorso di ordine strettamente comparativo, con un confronto tra la sua opera e la sua figura con numerosi autori della cosiddetta Moderne – Hölderlin, Leopardi, Baudelaire, Lautréamont, Nietzsche, Claudel, Reverdy, Alberti, Michaux – ma anche con autori appartenenti alla tradizione, dai lirici greci a Dante. Più in particolare si è tenuto presente sul piano dell’analisi critica la peculiarissima ermeneutica di María Zambrano, alla quale si debbono per altro pagine assai illuminanti sull’opera di Piazzolla.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.