Cento anni prima che l‟Italia conoscesse flussi d‟immigrazione dalle coste del Nord Africa, alcuni musulmani di Tunisi provarono fra i primi l‟esigenza di traversare il Mediterraneo, alla volta dell‟Italia appena unificata. Soprattutto, sentirono il dovere di scriverne a lungo e dare del paese una presentazione ragionata e attenta. Più in generale, le cronache di viaggiatori musulmani in Europa nell‟Ottocento, con le loro descrizioni del vecchio continente, formano quasi genere letterario a sé. Hanno il raro pregio di regalare al lettore europeo il turbamento di un completo rovesciamento di prospettiva e sono probabilmente il più efficace controcanto alla letteratura dell‟esotismo e dell‟orientalismo europei. Altrettanto può dirsi, con opportuni aggiustamenti, per gli scritti redatti nell‟Ottocento da viaggiatori provenienti, ad esempio, dall‟Asia non islamica, cinesi e giapponesi soprattutto. È per tale ragione di reciprocità nei confronti dell‟Europa che queste letterature di viaggio extraeuropee, pur tanto diverse fra loro, sono dette dell‟esotismo all‟inverso1: in quelle pagine sono gli europei a diventare indigeni in senso letterario e culturale. L‟esplorazione che africani ed asiatici intrapresero in questo Nuovo Mondo europeo, tecnologicamente moderno e militarmente potente, fu un fenomeno culturale propriamente ottocentesco che maturò in consapevole coincidenza con il progressivo imporsi dell‟egemonia europea su scala planetaria (una egemonia che anche la citata formula dell‟esotismo all‟inverso contribuisce a svelare con la centralità assegnata all‟orizzonte culturale europeo, nel quale la categoria stessa dell‟esotismo si è plasmata).
Città italiane sulla via della Mecca. Storie di viaggiatori tunisini dell'Ottocento
MEDICI, ANNA MARIA
2001
Abstract
Cento anni prima che l‟Italia conoscesse flussi d‟immigrazione dalle coste del Nord Africa, alcuni musulmani di Tunisi provarono fra i primi l‟esigenza di traversare il Mediterraneo, alla volta dell‟Italia appena unificata. Soprattutto, sentirono il dovere di scriverne a lungo e dare del paese una presentazione ragionata e attenta. Più in generale, le cronache di viaggiatori musulmani in Europa nell‟Ottocento, con le loro descrizioni del vecchio continente, formano quasi genere letterario a sé. Hanno il raro pregio di regalare al lettore europeo il turbamento di un completo rovesciamento di prospettiva e sono probabilmente il più efficace controcanto alla letteratura dell‟esotismo e dell‟orientalismo europei. Altrettanto può dirsi, con opportuni aggiustamenti, per gli scritti redatti nell‟Ottocento da viaggiatori provenienti, ad esempio, dall‟Asia non islamica, cinesi e giapponesi soprattutto. È per tale ragione di reciprocità nei confronti dell‟Europa che queste letterature di viaggio extraeuropee, pur tanto diverse fra loro, sono dette dell‟esotismo all‟inverso1: in quelle pagine sono gli europei a diventare indigeni in senso letterario e culturale. L‟esplorazione che africani ed asiatici intrapresero in questo Nuovo Mondo europeo, tecnologicamente moderno e militarmente potente, fu un fenomeno culturale propriamente ottocentesco che maturò in consapevole coincidenza con il progressivo imporsi dell‟egemonia europea su scala planetaria (una egemonia che anche la citata formula dell‟esotismo all‟inverso contribuisce a svelare con la centralità assegnata all‟orizzonte culturale europeo, nel quale la categoria stessa dell‟esotismo si è plasmata).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.