A partire dall’avvento della società moderna una medesima crisi sembra avere colpito tanto le rappresentazioni simboliche del mondo, quanto la costruzione della solidarietà sociale e delle identità individuali. Questo comune destino mette in luce due processi strettamente collegati: la crescente centralità della dimensione vitale umana che rende marginali e ininfluenti le differenze di valore fra gli uomini e il contemporaneo tentativo di ripristinare e radicalizzare in modo violento quelle stesse differenze. L’impossibilità per gli individui di valorizzare la propria differenza, attribuendo alla loro vita un plusvalore di senso, lascia così campo all’ipotesi che rimanga un’unica distinzione di valore formativa di senso: quella fra la vita e la non vita. Proprio per questo il problema centrale sembra oggi essere non già quello della solidarietà fra estranei (cultura), bensì quello della ostilità fra simili (vita). È forse allora necessario osservare e capire il rapporto individuo/società nelle sue origini, occorre cioè andare alle radici dell’esistenza, al rapporto fra madre e bambino, laddove la singola specificità vitale, nella sua inadeguatezza originaria, incontra al loro nascere la dimensione simbolica, la solidarietà e l’identità, in un intreccio che può dare esiti fra loro molto diversi
Strategie del simbolico e solidarietà umane
MANATTINI, FABRIZIO
2004
Abstract
A partire dall’avvento della società moderna una medesima crisi sembra avere colpito tanto le rappresentazioni simboliche del mondo, quanto la costruzione della solidarietà sociale e delle identità individuali. Questo comune destino mette in luce due processi strettamente collegati: la crescente centralità della dimensione vitale umana che rende marginali e ininfluenti le differenze di valore fra gli uomini e il contemporaneo tentativo di ripristinare e radicalizzare in modo violento quelle stesse differenze. L’impossibilità per gli individui di valorizzare la propria differenza, attribuendo alla loro vita un plusvalore di senso, lascia così campo all’ipotesi che rimanga un’unica distinzione di valore formativa di senso: quella fra la vita e la non vita. Proprio per questo il problema centrale sembra oggi essere non già quello della solidarietà fra estranei (cultura), bensì quello della ostilità fra simili (vita). È forse allora necessario osservare e capire il rapporto individuo/società nelle sue origini, occorre cioè andare alle radici dell’esistenza, al rapporto fra madre e bambino, laddove la singola specificità vitale, nella sua inadeguatezza originaria, incontra al loro nascere la dimensione simbolica, la solidarietà e l’identità, in un intreccio che può dare esiti fra loro molto diversiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.