L’obiettivo di questo lavoro è analizzare l’utilizzo di modelli formali nella spiegazione sociologica, così come sono stati concepiti soprattutto in due tradizioni scientifiche: il meccanicismo e l’organicismo. Le due tradizioni hanno dato vita a due rispettive concezioni di spiegazione scientifica. Il volume non analizza la questione epistemologica connessa al concetto di spiegazione, ma prende in esame una trattazione dal punto di vista pragmatico, in cui il modello è uno strumento che può risultare proficuo per la definizione di spiegazioni di eventi sociali. Il punto di partenza è che una disciplina scientifica empirica ha tra i suoi obiettivi fondamentali anche quello di produrre spiegazioni di eventi, che siano allo stesso tempo sistematiche e controllabili dalla prova dei fatti. In che modo i modelli formali vengono impiegati per raggiungere lo scopo esplicativo? Il lavoro intende dare una risposta a questa domanda, andando ad analizzare la funzione che ha avuto la modellizzazione nella definizione di un insieme di configurazioni formali, atte a schematizzare fenomeni prevalentemente complessi. L’analisi verte soprattutto sul confronto tra modello matematico e modello simulativo. Naturalmente le due tipologie di modelli non esauriscono la casistica complessiva, ma la scelta dipende dal fatto che il primo interpreta il concetto di legge scientifica così come viene impiegato nella tradizione meccanicista, mentre il secondo interpreta il concetto di sistema. Il modello simulativo ha un significato meno ‘restrittivo’ e la sua versatilità lo rende adeguato per rappresentare eventi e fenomeni complessi. Nella concezione di sistema le variabili sono caratterizzate da un complesso gioco di interdipendenze che rendono praticamente intrattabile l’analisi tramite leggi matematiche. Il modello simulativo riesce generalmente ad interpretare meglio di altri la spiegazione di tipo sistemico.
Modelli e conoscenza scientifica. Problemi di formalizzazione nella ricerca sociologica
MORETTI, SABRINA
2005
Abstract
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare l’utilizzo di modelli formali nella spiegazione sociologica, così come sono stati concepiti soprattutto in due tradizioni scientifiche: il meccanicismo e l’organicismo. Le due tradizioni hanno dato vita a due rispettive concezioni di spiegazione scientifica. Il volume non analizza la questione epistemologica connessa al concetto di spiegazione, ma prende in esame una trattazione dal punto di vista pragmatico, in cui il modello è uno strumento che può risultare proficuo per la definizione di spiegazioni di eventi sociali. Il punto di partenza è che una disciplina scientifica empirica ha tra i suoi obiettivi fondamentali anche quello di produrre spiegazioni di eventi, che siano allo stesso tempo sistematiche e controllabili dalla prova dei fatti. In che modo i modelli formali vengono impiegati per raggiungere lo scopo esplicativo? Il lavoro intende dare una risposta a questa domanda, andando ad analizzare la funzione che ha avuto la modellizzazione nella definizione di un insieme di configurazioni formali, atte a schematizzare fenomeni prevalentemente complessi. L’analisi verte soprattutto sul confronto tra modello matematico e modello simulativo. Naturalmente le due tipologie di modelli non esauriscono la casistica complessiva, ma la scelta dipende dal fatto che il primo interpreta il concetto di legge scientifica così come viene impiegato nella tradizione meccanicista, mentre il secondo interpreta il concetto di sistema. Il modello simulativo ha un significato meno ‘restrittivo’ e la sua versatilità lo rende adeguato per rappresentare eventi e fenomeni complessi. Nella concezione di sistema le variabili sono caratterizzate da un complesso gioco di interdipendenze che rendono praticamente intrattabile l’analisi tramite leggi matematiche. Il modello simulativo riesce generalmente ad interpretare meglio di altri la spiegazione di tipo sistemico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.