In linea generale, si può dire che qualsiasi concetto o discorso politico chiamano più o meno direttamente in causa la natura umana. La politica, in Occidente, è stata generalmente intesa come un prodotto della mente e della prassi umana destinato a soddisfare i bisogni e le aspirazioni degli uomini. Le rappresentazioni della politica sono tuttavia eterogenee quanto le concezioni dell’uomo al punto che lo stesso termine natura umana, coniato nella stagione dell’Illuminismo europeo, rischia di diventare improprio se attribuito ad altri momenti storici e orizzonti culturali. A partire dalle origini greche della cultura occidentale, l’idea di uomo è il frutto di una complessa costruzione simbolica che si intreccia con determinati attributi, pratiche, istituzioni ed eventi politici. Nella storia dell’Occidente l’uomo è, in tal senso, la risultante di un doppio movimento, di identificazione e di differenziazione, da altri esseri che abitano il mondo: alcuni, in senso lato, umani (donne e bambini) altri non umani (animali, mostri e ibridi) alcuni sovrumani (déi, spiriti e demoni) altri non più o solo potenzialmente umani (i folli, gli anormali, i selvaggi) altri esclusi dall’umanità, collocati in zone liminari oppure fluttuanti tra tutte queste distinzioni (i barbari, gli schiavi, le razze inferiori, i non proprietari, i nomadi, ecc). Questo volume del Lessico della politica dedicato alla natura umana è suddiviso in quattro parti: il mondo antico, il Cristianesimo, la Modernità e l’epoca contemporanea. In questo ampio arco temporale si è cercato di mettere a frutto i criteri interpretativi a cui si è fatto cenno: da un lato, la correlazione tra determinate rappresentazioni del politico e dell’uomo e cioè l’eterogeneità delle antropologie politiche; dall’altro, la fabbricazione dell’immagine dell’uomo e della sua “natura” come un processo simbolico e, ad un tempo, politico. L’itinerario si conclude con l’avvento dell’epoca globale in cui iniziamo a prendere atto della crisi delle principali categorie politiche moderne e, contemporaneamente, della cancellazione dei confini materiali e concettuali mediante i quali l’Occidente ha creduto di assicurarsi un’idea della natura umana.
Natura umana
PANDOLFI, ALESSANDRO
2006
Abstract
In linea generale, si può dire che qualsiasi concetto o discorso politico chiamano più o meno direttamente in causa la natura umana. La politica, in Occidente, è stata generalmente intesa come un prodotto della mente e della prassi umana destinato a soddisfare i bisogni e le aspirazioni degli uomini. Le rappresentazioni della politica sono tuttavia eterogenee quanto le concezioni dell’uomo al punto che lo stesso termine natura umana, coniato nella stagione dell’Illuminismo europeo, rischia di diventare improprio se attribuito ad altri momenti storici e orizzonti culturali. A partire dalle origini greche della cultura occidentale, l’idea di uomo è il frutto di una complessa costruzione simbolica che si intreccia con determinati attributi, pratiche, istituzioni ed eventi politici. Nella storia dell’Occidente l’uomo è, in tal senso, la risultante di un doppio movimento, di identificazione e di differenziazione, da altri esseri che abitano il mondo: alcuni, in senso lato, umani (donne e bambini) altri non umani (animali, mostri e ibridi) alcuni sovrumani (déi, spiriti e demoni) altri non più o solo potenzialmente umani (i folli, gli anormali, i selvaggi) altri esclusi dall’umanità, collocati in zone liminari oppure fluttuanti tra tutte queste distinzioni (i barbari, gli schiavi, le razze inferiori, i non proprietari, i nomadi, ecc). Questo volume del Lessico della politica dedicato alla natura umana è suddiviso in quattro parti: il mondo antico, il Cristianesimo, la Modernità e l’epoca contemporanea. In questo ampio arco temporale si è cercato di mettere a frutto i criteri interpretativi a cui si è fatto cenno: da un lato, la correlazione tra determinate rappresentazioni del politico e dell’uomo e cioè l’eterogeneità delle antropologie politiche; dall’altro, la fabbricazione dell’immagine dell’uomo e della sua “natura” come un processo simbolico e, ad un tempo, politico. L’itinerario si conclude con l’avvento dell’epoca globale in cui iniziamo a prendere atto della crisi delle principali categorie politiche moderne e, contemporaneamente, della cancellazione dei confini materiali e concettuali mediante i quali l’Occidente ha creduto di assicurarsi un’idea della natura umana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.