Il volume raccoglie e sistematizza alcuni risultati dell’esperienza didattica e di ricerca svolta nell'ambito del Master "Lavorare nel non profit", organizzato dalle Facoltà di Economia e di Sociologia dell'Università degli Studi "Carlo Bo". Il Commercio Equo e Solidale (CEES) rappresenta una particolare forma di scambio che ha l’obiettivo prioritario di creare opportunità di autosviluppo sostenibile per le comunità escluse dai circuiti del commercio internazionale, operanti nei paesi più poveri del mondo. Il volume propone un’analisi economica del CEES, evidenziandone le peculiarità e i principali fattori di debolezza e di successo, insieme a un tentativo di interpretazione teorica e di riflessione critica su una realtà in continua evoluzione (sia a livello organizzativo, sia relativamente alle scelte strategiche e alle politiche commerciali delle diverse organizzazioni coinvolte) e che sta registrando una crescente attenzione da parte del mondo accademico, delle istituzioni, dell’opinione pubblica e dei consumatori. Nel primo capitolo, viene condotta un’analisi comparata delle definizioni di CEES e dei criteri che le traducono sul piano operativo, proposti dalle organizzazioni (nazionali e internazionali) che costituiscono questo movimento. Successivamente, sono esaminati i principali elementi qualificanti il commercio equo, per differenziarlo, sul piano teorico e operativo, da concetti che si richiamano alla responsabilità etica come fattori alla base delle strategie competitive delle imprese. Si tratta di una serie di principi-guida in base ai quali le organizzazioni di CEES attivano relazioni economiche e politiche con i produttori (prezzo minimo garantito, fair trade premium, prefinanziamento, assenza di intermediari, stabilità delle relazioni commerciali, democraticità, sostenibilità ambientale e sociale dei processi produttivi, consulenza e assistenza), i consumatori (controllo dei prodotti e dei processi, informazione e formazione) e le istituzioni (advocacy e lobbying). Vengono, poi, esaminate le principali caratteristiche delle diverse fasi della storia del CEES (fattori di ispirazione, modalità di commercializzazione, modelli di governance, diffusione, missione e dimensione dei fatturati) e le due forme organizzative principali di questo movimento, ovvero quella a “distribuzione alternativa”, relativa al circuito centrale d’importazione-Botteghe del Mondo (con certificazione di filiera) e quella relativa ai marchi di certificazione equi e solidali (con certificazione di prodotto), presentando le tipologie di soggetti coinvolti, i principi e i criteri organizzativi, la diffusione territoriale e il contributo offerto alla diffusione di questi prodotti. Nel secondo capitolo, viene riportata una breve rassegna dei principali modelli sul commercio internazionale (a partire dalle teorie proposte dagli economisti classici e neo-classici, fino alle nuove teorie avanzate negli ultimi decenni) e le relative implicazioni di politica economica ed è condotta un’analisi delle problematiche più significative concernenti la relazione esistente tra aumento degli scambi commerciali e sviluppo economico. In particolare, vengono discusse le principali motivazioni che, sul piano teorico, possono spiegare le divergenze, osservate in molti casi, tra risultati attesi e risultati ottenuti, in termini di aumento della ricchezza per i partecipanti agli scambi; si tratta di motivazioni “interne” ai modelli stessi, ovvero relative al grado di realismo delle loro ipotesi, altre “esterne”, concernenti l’insieme dei fattori (economici, sociali e istituzionali) che hanno impedito il propagarsi dei potenziali benefici derivanti dall’apertura dei mercati e dalla crescente integrazione dei sistemi economici in molti PVS. In questo contesto, il CEES svolge un ruolo fondamentale sul piano economico e su quello politico ed etico-solidaristico, proponendosi di correggere i meccanismi del mercato attivando relazioni commerciali che generano molteplici effetti positivi (individuati nell’ambito dell’economia del benessere) e svolgendo azioni di sensibilizzazione dei consumatori (finalizzata alla promozione dei prodotti equi e solidali e alla diffusione di un modello di consumo “consapevole”) e di pressione verso le istituzioni pubbliche nazionali e internazionali (per ottenere il riconoscimento e il sostegno del commercio equo e, più in generale, per definire procedure di controllo sulle imprese affinchè rispettino determinati standard etici e regole più eque sul commercio internazionale). Il terzo capitolo si propone di fornire un quadro complessivo del movimento del CEES e, allo stesso tempo, di evidenziarne la complessità e l’eterogeneità, presentando, a titolo di “casi studio”, le storie e le peculiarità di alcune organizzazioni nazionali e internazionali che operano a tutti i livelli dei diversi canali distributivi, in termini funzionali e di caratteristiche economiche, strutturali e strategico-organizzativo. Infine, viene esaminata la diffusione dei prodotti del CEES nei diversi mercati nazionali, con particolare riferimento alla realtà europea, e il profilo del consumatore tipo di questi prodotti, anche in termini di motivazioni etico-morali, livello di conoscenza dei marchi equi e solidali e disponibilità a pagare. Infine, nel quarto capitolo, vengono discusse le principali problematiche che, attualmente, si trovano ad affrontare gli operatori del CEES, nel perseguire obiettivi di efficienza economica, efficacia politica e solidarietà. Si tratta di questioni tipiche del dibattito interno al movimento (relative, ad esempio, alla sostenibilità ambientale degli scambi commerciali e, più in generale, del modello di sviluppo “trainato” dalle esportazioni o alla decisione, da parte di alcune centrali, di vendere i propri prodotti attraverso la GDO o all’opportunità di conferire il marchio a prodotti di imprese profit) e, più in generale, relative, soprattutto, alle strategie da implementare per “uscire dalla nicchia”, sia nei paesi in via di sviluppo, sia nei paesi sviluppati, sia nei confronti delle diverse categorie di soggetti del movimento (soprattutto produttori e Botteghe del Mondo), sia nei confronti dei consumatori, degli altri soggetti economici e sociali (organizzazioni commerciali tradizionali, iniziative di economia solidale o di agricoltura sociale) e delle istituzioni.

Che cos'è il commercio equo e solidale

VIGANO', ELENA
2008

Abstract

Il volume raccoglie e sistematizza alcuni risultati dell’esperienza didattica e di ricerca svolta nell'ambito del Master "Lavorare nel non profit", organizzato dalle Facoltà di Economia e di Sociologia dell'Università degli Studi "Carlo Bo". Il Commercio Equo e Solidale (CEES) rappresenta una particolare forma di scambio che ha l’obiettivo prioritario di creare opportunità di autosviluppo sostenibile per le comunità escluse dai circuiti del commercio internazionale, operanti nei paesi più poveri del mondo. Il volume propone un’analisi economica del CEES, evidenziandone le peculiarità e i principali fattori di debolezza e di successo, insieme a un tentativo di interpretazione teorica e di riflessione critica su una realtà in continua evoluzione (sia a livello organizzativo, sia relativamente alle scelte strategiche e alle politiche commerciali delle diverse organizzazioni coinvolte) e che sta registrando una crescente attenzione da parte del mondo accademico, delle istituzioni, dell’opinione pubblica e dei consumatori. Nel primo capitolo, viene condotta un’analisi comparata delle definizioni di CEES e dei criteri che le traducono sul piano operativo, proposti dalle organizzazioni (nazionali e internazionali) che costituiscono questo movimento. Successivamente, sono esaminati i principali elementi qualificanti il commercio equo, per differenziarlo, sul piano teorico e operativo, da concetti che si richiamano alla responsabilità etica come fattori alla base delle strategie competitive delle imprese. Si tratta di una serie di principi-guida in base ai quali le organizzazioni di CEES attivano relazioni economiche e politiche con i produttori (prezzo minimo garantito, fair trade premium, prefinanziamento, assenza di intermediari, stabilità delle relazioni commerciali, democraticità, sostenibilità ambientale e sociale dei processi produttivi, consulenza e assistenza), i consumatori (controllo dei prodotti e dei processi, informazione e formazione) e le istituzioni (advocacy e lobbying). Vengono, poi, esaminate le principali caratteristiche delle diverse fasi della storia del CEES (fattori di ispirazione, modalità di commercializzazione, modelli di governance, diffusione, missione e dimensione dei fatturati) e le due forme organizzative principali di questo movimento, ovvero quella a “distribuzione alternativa”, relativa al circuito centrale d’importazione-Botteghe del Mondo (con certificazione di filiera) e quella relativa ai marchi di certificazione equi e solidali (con certificazione di prodotto), presentando le tipologie di soggetti coinvolti, i principi e i criteri organizzativi, la diffusione territoriale e il contributo offerto alla diffusione di questi prodotti. Nel secondo capitolo, viene riportata una breve rassegna dei principali modelli sul commercio internazionale (a partire dalle teorie proposte dagli economisti classici e neo-classici, fino alle nuove teorie avanzate negli ultimi decenni) e le relative implicazioni di politica economica ed è condotta un’analisi delle problematiche più significative concernenti la relazione esistente tra aumento degli scambi commerciali e sviluppo economico. In particolare, vengono discusse le principali motivazioni che, sul piano teorico, possono spiegare le divergenze, osservate in molti casi, tra risultati attesi e risultati ottenuti, in termini di aumento della ricchezza per i partecipanti agli scambi; si tratta di motivazioni “interne” ai modelli stessi, ovvero relative al grado di realismo delle loro ipotesi, altre “esterne”, concernenti l’insieme dei fattori (economici, sociali e istituzionali) che hanno impedito il propagarsi dei potenziali benefici derivanti dall’apertura dei mercati e dalla crescente integrazione dei sistemi economici in molti PVS. In questo contesto, il CEES svolge un ruolo fondamentale sul piano economico e su quello politico ed etico-solidaristico, proponendosi di correggere i meccanismi del mercato attivando relazioni commerciali che generano molteplici effetti positivi (individuati nell’ambito dell’economia del benessere) e svolgendo azioni di sensibilizzazione dei consumatori (finalizzata alla promozione dei prodotti equi e solidali e alla diffusione di un modello di consumo “consapevole”) e di pressione verso le istituzioni pubbliche nazionali e internazionali (per ottenere il riconoscimento e il sostegno del commercio equo e, più in generale, per definire procedure di controllo sulle imprese affinchè rispettino determinati standard etici e regole più eque sul commercio internazionale). Il terzo capitolo si propone di fornire un quadro complessivo del movimento del CEES e, allo stesso tempo, di evidenziarne la complessità e l’eterogeneità, presentando, a titolo di “casi studio”, le storie e le peculiarità di alcune organizzazioni nazionali e internazionali che operano a tutti i livelli dei diversi canali distributivi, in termini funzionali e di caratteristiche economiche, strutturali e strategico-organizzativo. Infine, viene esaminata la diffusione dei prodotti del CEES nei diversi mercati nazionali, con particolare riferimento alla realtà europea, e il profilo del consumatore tipo di questi prodotti, anche in termini di motivazioni etico-morali, livello di conoscenza dei marchi equi e solidali e disponibilità a pagare. Infine, nel quarto capitolo, vengono discusse le principali problematiche che, attualmente, si trovano ad affrontare gli operatori del CEES, nel perseguire obiettivi di efficienza economica, efficacia politica e solidarietà. Si tratta di questioni tipiche del dibattito interno al movimento (relative, ad esempio, alla sostenibilità ambientale degli scambi commerciali e, più in generale, del modello di sviluppo “trainato” dalle esportazioni o alla decisione, da parte di alcune centrali, di vendere i propri prodotti attraverso la GDO o all’opportunità di conferire il marchio a prodotti di imprese profit) e, più in generale, relative, soprattutto, alle strategie da implementare per “uscire dalla nicchia”, sia nei paesi in via di sviluppo, sia nei paesi sviluppati, sia nei confronti delle diverse categorie di soggetti del movimento (soprattutto produttori e Botteghe del Mondo), sia nei confronti dei consumatori, degli altri soggetti economici e sociali (organizzazioni commerciali tradizionali, iniziative di economia solidale o di agricoltura sociale) e delle istituzioni.
2008
9788843047499
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