L'aurnento della vita media nei paesi industrializzati ha deterrninato un increment0 della popolazione anziana e, di conseguenza, portato alla ribalta problematiche legate alla terza eth come la perdita di autonornia, la rninore efficienza fisica e rnentale e la malattia. Un fenorneno tipico della senescenza i: il declino cognitivo: con il passare degli anni si assiste ad una graduale riduzione della funzionalith intellettiva e a carnbiarnenti specifici che si verificano a livello cerebrale. A questo processo, che fa parte del normale ciclo di vita di un individuo, si pub aggiungere un deteriorarnento cognitivo-funzionale patologico: la dernenza. Descritta per la prima volta da Aulo Cornelio Celso nel 20 d.C. per indicare una alterazione dell'intelligenza e del cornportarnento, ha, nel corso dei secoli, subito un progressivo affinamento diagnostic0 senza tuttavia allontanarsi troppo dall'originale definizione. Fino alla rneth del ventesirno secolo la dernenza i: stata considerata un inevitabile processo legato all'invecchiarnento. Successivarnente, la conoscenza sernpre piu approfondita delle caratteristiche anatorno-funzionali del cervello ha reso possibile distinguere il quadro dernenziale dai norrnali processi legati alla senescenza. La dernenza, espressione di cornplesse rnodificazioni a livello della funzionalith cognitiva e del cornportarnento, 2 dovuta all'interazione di rnolteplici difetti neuropsicologici ed P caratterizzata da un andarnento progressivarnente peggiorativo che deterrnina una rnarcata e gaduale compromissione nella capacith del soggetto di svolgere le norrnali attivith lavorative e di vita quotidiana '. Alla sua genesi contribuirebbe l'interazione di molteplici fattori di varia natura: genetici, biologici, arnbientali. I sintorni cognitivi caratteristici del quadro clinic0 dernenziale sono a carico delle principali funzioni rnentali superiori (Tab. 1).Tra quelli non cognitivi in-vece, si annoverano disturbi dell'attivith psicomotoria e neurovegetativi, agitazione, alterazioni dell'umore e della personalit;, ansia e psicosi. Molte sono le patologie che legano la lor0 sintomatologia a forme di demenza piii o meno gravi - come per esempio il Morbo di Pick 2, la sindrome di Parkinson ', la Corea di Huntington ', la Demenza Vascolare - e tra queste un ruolo dominante spetta sicuramente alla Malattia di Alzheimer. Questa patologia prende il nome da Alois Alzheimer, il neurologo tedesco che la descrisse per la prima volta nel 1907 ('. E una demenza corticale che colpisce, principalmente, le funzioni intellettive che hanno iI lor0substrato neuronale nella corteccia, ha un andamento irreversibilmente progressivo e conduce ad uno stato vegetativo che culmina nella morte; attualmente rappresenta la forma di demenza piu comune, con una incidenza che oscilla tra il 50 e il 70% di tutti i pazienti dementi. La patologia si manifesta principalmente nella forma ad esordio tardivo che colpisce i soggetti con piu di sessanta anni di eth. Tuttavia t: nota, seppure in percentuali minirne, anche una forma ad esordio precoce che sembra avere una chiara origine genetica.

La malattia di Alzheimer. Aspetti biologici e psicologici.

GREGORINI, ARMANDO;COLOMBA, MARIASTELLA;PALMA, FULVIO
2005

Abstract

L'aurnento della vita media nei paesi industrializzati ha deterrninato un increment0 della popolazione anziana e, di conseguenza, portato alla ribalta problematiche legate alla terza eth come la perdita di autonornia, la rninore efficienza fisica e rnentale e la malattia. Un fenorneno tipico della senescenza i: il declino cognitivo: con il passare degli anni si assiste ad una graduale riduzione della funzionalith intellettiva e a carnbiarnenti specifici che si verificano a livello cerebrale. A questo processo, che fa parte del normale ciclo di vita di un individuo, si pub aggiungere un deteriorarnento cognitivo-funzionale patologico: la dernenza. Descritta per la prima volta da Aulo Cornelio Celso nel 20 d.C. per indicare una alterazione dell'intelligenza e del cornportarnento, ha, nel corso dei secoli, subito un progressivo affinamento diagnostic0 senza tuttavia allontanarsi troppo dall'originale definizione. Fino alla rneth del ventesirno secolo la dernenza i: stata considerata un inevitabile processo legato all'invecchiarnento. Successivarnente, la conoscenza sernpre piu approfondita delle caratteristiche anatorno-funzionali del cervello ha reso possibile distinguere il quadro dernenziale dai norrnali processi legati alla senescenza. La dernenza, espressione di cornplesse rnodificazioni a livello della funzionalith cognitiva e del cornportarnento, 2 dovuta all'interazione di rnolteplici difetti neuropsicologici ed P caratterizzata da un andarnento progressivarnente peggiorativo che deterrnina una rnarcata e gaduale compromissione nella capacith del soggetto di svolgere le norrnali attivith lavorative e di vita quotidiana '. Alla sua genesi contribuirebbe l'interazione di molteplici fattori di varia natura: genetici, biologici, arnbientali. I sintorni cognitivi caratteristici del quadro clinic0 dernenziale sono a carico delle principali funzioni rnentali superiori (Tab. 1).Tra quelli non cognitivi in-vece, si annoverano disturbi dell'attivith psicomotoria e neurovegetativi, agitazione, alterazioni dell'umore e della personalit;, ansia e psicosi. Molte sono le patologie che legano la lor0 sintomatologia a forme di demenza piii o meno gravi - come per esempio il Morbo di Pick 2, la sindrome di Parkinson ', la Corea di Huntington ', la Demenza Vascolare - e tra queste un ruolo dominante spetta sicuramente alla Malattia di Alzheimer. Questa patologia prende il nome da Alois Alzheimer, il neurologo tedesco che la descrisse per la prima volta nel 1907 ('. E una demenza corticale che colpisce, principalmente, le funzioni intellettive che hanno iI lor0substrato neuronale nella corteccia, ha un andamento irreversibilmente progressivo e conduce ad uno stato vegetativo che culmina nella morte; attualmente rappresenta la forma di demenza piu comune, con una incidenza che oscilla tra il 50 e il 70% di tutti i pazienti dementi. La patologia si manifesta principalmente nella forma ad esordio tardivo che colpisce i soggetti con piu di sessanta anni di eth. Tuttavia t: nota, seppure in percentuali minirne, anche una forma ad esordio precoce che sembra avere una chiara origine genetica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2300759
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