Questo saggio tratta il pensiero di Achille Ardigò in quel passaggio d’epoca per la sociologia italiana (anni ’80-’90) rappresentato dalla svolta della cibernetica di secondo ordine e della complessità. Si tratta di un contesto che ha prodotto una convergenza tra scienze sociali e riflessione teorica sull’Intelligenza Artificiale (IA). Gli ambiti analizzati sono tre: 1. Il primo è relativo al mutamento socio-culturale. L’IA rappresenta un dispositivo culturale capace di forgiare l’immaginario della mutazione introdotta dalle scienze computazionali attraverso i prodotti dell’informatica alimentando speranze e preoccupazioni delle persone circa una relazione con la “macchina” cibernetica, pensata come analogon dell’uomo e capace di operazioni percepite come autonome. 2. Il secondo mostra un’analogia di fondo tra il pensiero che è alla base della progettazione di macchine intelligenti e quello sociologico che si rifà ad un sistema sociale pensato come autoreferenziale che porta la società a pensarsi in una direzione artificiale ed astratta (teoria dei sistemi sociali neo-illuminista) con conseguenze rilevanti sia sul piano epistemico che di governance. 3. Il terzo riguarda l’impatto sociale relativo alla diffusione dei prodotti IA nella vita relazionale e produttiva. L’interesse è, da una parte, per i sistemi esperti, applicazione della tecnologia IA, che consentono di supportare processi analitici e decisionali – pur nel rischio di una crescita di “mentalizzazione” rispetto alla prassi; dall’altra è relativo alle forme di interazione uomo-macchina e uomo-macchina-uomo.

Analogie e mimesi tra scienze computazionali e sociologia: l’Intelligenza Artificiale in Achille Ardigò

BOCCIA ARTIERI, GIOVANNI
2009

Abstract

Questo saggio tratta il pensiero di Achille Ardigò in quel passaggio d’epoca per la sociologia italiana (anni ’80-’90) rappresentato dalla svolta della cibernetica di secondo ordine e della complessità. Si tratta di un contesto che ha prodotto una convergenza tra scienze sociali e riflessione teorica sull’Intelligenza Artificiale (IA). Gli ambiti analizzati sono tre: 1. Il primo è relativo al mutamento socio-culturale. L’IA rappresenta un dispositivo culturale capace di forgiare l’immaginario della mutazione introdotta dalle scienze computazionali attraverso i prodotti dell’informatica alimentando speranze e preoccupazioni delle persone circa una relazione con la “macchina” cibernetica, pensata come analogon dell’uomo e capace di operazioni percepite come autonome. 2. Il secondo mostra un’analogia di fondo tra il pensiero che è alla base della progettazione di macchine intelligenti e quello sociologico che si rifà ad un sistema sociale pensato come autoreferenziale che porta la società a pensarsi in una direzione artificiale ed astratta (teoria dei sistemi sociali neo-illuminista) con conseguenze rilevanti sia sul piano epistemico che di governance. 3. Il terzo riguarda l’impatto sociale relativo alla diffusione dei prodotti IA nella vita relazionale e produttiva. L’interesse è, da una parte, per i sistemi esperti, applicazione della tecnologia IA, che consentono di supportare processi analitici e decisionali – pur nel rischio di una crescita di “mentalizzazione” rispetto alla prassi; dall’altra è relativo alle forme di interazione uomo-macchina e uomo-macchina-uomo.
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