Negli anni Venti e Trenta del Novecento, a Tunisi, al Cairo, a Istanbul, era in atto sulla stampa una vigorosa critica alla gestione di ingenti patrimoni codificati nella tradizione giuridica islamica (una sorta di manomorta musulmana) e si invocava da più parti l’abolizione della corrispondente forma istituzionale, giudicata “antiprogressista” e di gravissimo ostacolo allo sviluppo economico e politico delle locali comunità. Questo dibattito, animato dalle élites nazionaliste dell’area, giungeva a seguito di un lungo percorso di riforme per la modernizzazione dello Stato che, in Egitto e in Tunisia, aveva progressivamente ripensato forme e ruoli della statualità, nella sua dialettica con la giurisprudenza islamica, portando lo Stato a ridefinirsi – durante la fase coloniale – su base di nazionalità. Questi rivoluzionari esiti di riforma erano il risultato di un processo che durava da almeno un secolo; coevo a quello delle più tarde esperienze di affermazione nazionalista e costituzionalista in Europa (come quella italiana, ad esempio), con le quali il modernismo islamico intrecciò un rapporto culturale e di “parentela” istituzionale di grande interesse e originalità, già in età precoloniale.
Dalle pratiche della solidarietà rituale islamica al welfare state in Tunisia e in Egitto
MEDICI, ANNA MARIA
2008
Abstract
Negli anni Venti e Trenta del Novecento, a Tunisi, al Cairo, a Istanbul, era in atto sulla stampa una vigorosa critica alla gestione di ingenti patrimoni codificati nella tradizione giuridica islamica (una sorta di manomorta musulmana) e si invocava da più parti l’abolizione della corrispondente forma istituzionale, giudicata “antiprogressista” e di gravissimo ostacolo allo sviluppo economico e politico delle locali comunità. Questo dibattito, animato dalle élites nazionaliste dell’area, giungeva a seguito di un lungo percorso di riforme per la modernizzazione dello Stato che, in Egitto e in Tunisia, aveva progressivamente ripensato forme e ruoli della statualità, nella sua dialettica con la giurisprudenza islamica, portando lo Stato a ridefinirsi – durante la fase coloniale – su base di nazionalità. Questi rivoluzionari esiti di riforma erano il risultato di un processo che durava da almeno un secolo; coevo a quello delle più tarde esperienze di affermazione nazionalista e costituzionalista in Europa (come quella italiana, ad esempio), con le quali il modernismo islamico intrecciò un rapporto culturale e di “parentela” istituzionale di grande interesse e originalità, già in età precoloniale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.