Il processo che conduce alla genitorialità non costituisce soltanto un fenomeno biologico, ma un percorso naturale e psicologico. Nascere come madre o come padre rappresenta per gli individui un momento di crisi e di metamorfosi che ridefinisce la loro identità. Donne e uomini si trovano a rivivere inonsciamente i loro legami di attaccamento ed i vissuti relativi all’infanzia. Secondo la prospettiva psicoanalitica, durante l’attesa, vi è una regressione narcisistica che condurrà la donna ad essere immersa nell’antica relazione simbiotica. Questa, la condurrà verso la maturazione della capacità di identificarsi con la propria madre e con il suo sé infantile e di sviluppare, negli ultimi mesi di gestazione, la preoccupazione materna primaria. L’esperienza paterna dell’attesa pur essendo caratterizzata anch’essa dalla regressione e dalla ricerca del legame interiore e /o esteriore con le figure di accudimento, si contraddistingue per il suo essere esterna. L’elaborazione maschile del periodo di gestazione è più lenta e il vissuto paterno è spesso accompagnato dalla sensazione di estraneamento rispetto al mondo simbiotico dal quale è assorbita la compagna. Il difficile compito è quello di creare una situazione di holding verso la partner, iniziando il percorso che lo condurrà a prendersi cura dell’unità madre-bambino. In questa indagine sono stati esplorati in un campione di 44 coppie durante l’ultimo trimestre di gestazione, i vissuti paterni dell’attesa, la nuova rappresentazione di sé, le aspettative e l’eventuale presenza della crisi suscitata dalla gravidanza della partner. Inoltre si è analizzata anche la rappresentazione che la partner ha dei vissuti del proprio coniuge con lo scopo di mettere a confronto i differenziati tempi e le diverse modalità di interiorizzazione dell’evento.
L'attesa di un figlio: i vissuti paterni durante la gravidanza
SCHIRONE, TIZIANA;
2008
Abstract
Il processo che conduce alla genitorialità non costituisce soltanto un fenomeno biologico, ma un percorso naturale e psicologico. Nascere come madre o come padre rappresenta per gli individui un momento di crisi e di metamorfosi che ridefinisce la loro identità. Donne e uomini si trovano a rivivere inonsciamente i loro legami di attaccamento ed i vissuti relativi all’infanzia. Secondo la prospettiva psicoanalitica, durante l’attesa, vi è una regressione narcisistica che condurrà la donna ad essere immersa nell’antica relazione simbiotica. Questa, la condurrà verso la maturazione della capacità di identificarsi con la propria madre e con il suo sé infantile e di sviluppare, negli ultimi mesi di gestazione, la preoccupazione materna primaria. L’esperienza paterna dell’attesa pur essendo caratterizzata anch’essa dalla regressione e dalla ricerca del legame interiore e /o esteriore con le figure di accudimento, si contraddistingue per il suo essere esterna. L’elaborazione maschile del periodo di gestazione è più lenta e il vissuto paterno è spesso accompagnato dalla sensazione di estraneamento rispetto al mondo simbiotico dal quale è assorbita la compagna. Il difficile compito è quello di creare una situazione di holding verso la partner, iniziando il percorso che lo condurrà a prendersi cura dell’unità madre-bambino. In questa indagine sono stati esplorati in un campione di 44 coppie durante l’ultimo trimestre di gestazione, i vissuti paterni dell’attesa, la nuova rappresentazione di sé, le aspettative e l’eventuale presenza della crisi suscitata dalla gravidanza della partner. Inoltre si è analizzata anche la rappresentazione che la partner ha dei vissuti del proprio coniuge con lo scopo di mettere a confronto i differenziati tempi e le diverse modalità di interiorizzazione dell’evento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.