Un governo ripetutamente chiamato in causa con l’accusa di attentare alla libertà di stampa, al pluralismo, alla libertà di opinione, riceve da anni i più corali apprezzamenti per i successi raggiunti in campo economico, sociale e delle politiche per lo sviluppo. Per questo, accade spesso di leggere sulla Tunisia commenti o duramente critici o entusiasticamente positivi. Detrattori ed entusiasti trovano buone ragioni per confermarsi ciascuno nei propri convincimenti; e questa antinomia, che è nei fatti, appare un po’ una sintesi liofilizzata del sistema Tunisia. Per altri versi, tuttavia, appare sempre più evidente, a ventidue anni dalla presa del potere di Zine el-Abidine Ben Ali (7 novembre 1987), che la Tunisia di oggi non è più leggibile nella mera sommatoria di tali polarità e neppure è riconducibile alla dimensione caricaturale che ne discende. Probabilmente, l’analisi di un successo elettorale che si ripropone uguale a sé stesso da venti anni a questa parte dovrà misurarsi prima o poi, nel bene e nel male, con la dimensione e la profondità di un ciclo storico, nel quale collocare la complessità di vicende nazionali e regionali e provare a sperimentare risposte meno superficiali alle contraddizioni e ai quesiti – interessanti – che il caso tunisino propone.

Tunisi 1989-2009. Un'elezione lunga vent’anni

MEDICI, ANNA MARIA
2009

Abstract

Un governo ripetutamente chiamato in causa con l’accusa di attentare alla libertà di stampa, al pluralismo, alla libertà di opinione, riceve da anni i più corali apprezzamenti per i successi raggiunti in campo economico, sociale e delle politiche per lo sviluppo. Per questo, accade spesso di leggere sulla Tunisia commenti o duramente critici o entusiasticamente positivi. Detrattori ed entusiasti trovano buone ragioni per confermarsi ciascuno nei propri convincimenti; e questa antinomia, che è nei fatti, appare un po’ una sintesi liofilizzata del sistema Tunisia. Per altri versi, tuttavia, appare sempre più evidente, a ventidue anni dalla presa del potere di Zine el-Abidine Ben Ali (7 novembre 1987), che la Tunisia di oggi non è più leggibile nella mera sommatoria di tali polarità e neppure è riconducibile alla dimensione caricaturale che ne discende. Probabilmente, l’analisi di un successo elettorale che si ripropone uguale a sé stesso da venti anni a questa parte dovrà misurarsi prima o poi, nel bene e nel male, con la dimensione e la profondità di un ciclo storico, nel quale collocare la complessità di vicende nazionali e regionali e provare a sperimentare risposte meno superficiali alle contraddizioni e ai quesiti – interessanti – che il caso tunisino propone.
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