Il saggio presenta il testo di una comunicazione tenuta, su invito, al VII Colloquio internazionale «Medioevo romanzo e orientale» (Ragusa, 8-10 maggio 2008). Il Colloquio, come i sei che lo hanno preceduto, è nato dall’esigenza di ricavare, dalla esegesi testuale e dai diversi livelli sui quali essa si dispiega, la complessità dei rapporti intercorrenti nel Medioevo tra aree culturali occidentali e orientali, superando gli schemi interpretativi di una filosofia della storia di impianto storicistico e delle Quellenforschungen di ispirazione postitivistica. Più il particolare, il Colloquio del 2008 si proponeva di ricostruire, come dichiarato dal titolo del volume, i tracciati e le migrazioni incrociate di temi e motivi epico-cavallereschi. A partire da queste premesse G. Z. ha dato voce ad alcune riflessioni poste sul confine tra ricerca teorica e prassi didattica. Mettendo in discussione alcuni automatismi interpretativi adusati in ampi settori della letteratura manualistica, in particolare per quanto riguarda la definizione dei due generi narrativi centrali in epoca medievale – epica e romanzo –, l’autrice ridiscute il rapporto tra scrittura narrativa e scrittura storiografica e riflette sulla possibilità di elaborare nuove modalità di classificazione dei testi narrativi medievali, utili ad intercettare i risultati della ricerca specialistica e funzionali in termini didattici.
«Ne tut mençunge, ne tut veir». Appunti su epica e romanzo
ZAGANELLI, GIOIA
2010
Abstract
Il saggio presenta il testo di una comunicazione tenuta, su invito, al VII Colloquio internazionale «Medioevo romanzo e orientale» (Ragusa, 8-10 maggio 2008). Il Colloquio, come i sei che lo hanno preceduto, è nato dall’esigenza di ricavare, dalla esegesi testuale e dai diversi livelli sui quali essa si dispiega, la complessità dei rapporti intercorrenti nel Medioevo tra aree culturali occidentali e orientali, superando gli schemi interpretativi di una filosofia della storia di impianto storicistico e delle Quellenforschungen di ispirazione postitivistica. Più il particolare, il Colloquio del 2008 si proponeva di ricostruire, come dichiarato dal titolo del volume, i tracciati e le migrazioni incrociate di temi e motivi epico-cavallereschi. A partire da queste premesse G. Z. ha dato voce ad alcune riflessioni poste sul confine tra ricerca teorica e prassi didattica. Mettendo in discussione alcuni automatismi interpretativi adusati in ampi settori della letteratura manualistica, in particolare per quanto riguarda la definizione dei due generi narrativi centrali in epoca medievale – epica e romanzo –, l’autrice ridiscute il rapporto tra scrittura narrativa e scrittura storiografica e riflette sulla possibilità di elaborare nuove modalità di classificazione dei testi narrativi medievali, utili ad intercettare i risultati della ricerca specialistica e funzionali in termini didattici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.