Il testo traccia dentro i Quaderni del carcere di Antonio Gramsci un percorso, che va dall’elaborazione del marxismo come “filosofia della praxis” alla “riforma intellettuale e morale” come dimensione strategica decisiva nella politica del partito come “moderno principe”. Gli snodi principali dell'itinerario di lettura proposto sono: la ridefinizione della praxis come “politica”, con l’abbandono delle tentazioni “lavoristiche” che hanno caratterizzato tanto marxismo otto-novecentesco (Cap. 1); la riorganizzazione del “marxismo” – pensato come un corpus aperto e disponibile a continua riorganizzazione sulla base della fase storico-politica attuale – attorno alla nozione di “immanenza” (contro la vecchia sistemazione “materialistica”), come terreno sul quale solamente, se adeguatamente ripensato e depurato da ogni resduo metafisico, il nesso tra conoscenza e azione, tra teoria e politica risulta razionalmente pensabile (Cap. 2); il conseguente smontaggio critico del “materialismo storico” e la riorganizzazione dei materiali cosí liberati attorno a un progetto di scienza-azione dell’egemonia, in quanto traduzione operativa dell’immanenza filosofica e dell’identità di scienza e politica da essa postulata (Cap. 3); la proposta forte di un’innovativa strategia comunista per il Ventesimo secolo, incardinata sul concetto di “religione” e declinata nella dimensione nazionale/internazionale, come coppia di categorie nella combinazione delle quali, storicamente, teoria e pratica si unificano, e quindi terreno sul quale il “moderno principe” deve dispiegare la sua strategia. Nell'introduzione l’autore prende posizione rispetto alle piú autorevoli interpretazioni dei Quaderni, con particolare riguardo per quelle che ne hanno valorizzato la natura fondamentalmente politica, e nella quale si dà conto della novità di approccio del libro, anche di fronte alle piú recenti letture di Gramsci in chiave postmoderna.
La religione dell'uomo moderno. Politica e verità nei "Quaderni del carcere" di Antonio Gramsci
FROSINI, FABIO
2010
Abstract
Il testo traccia dentro i Quaderni del carcere di Antonio Gramsci un percorso, che va dall’elaborazione del marxismo come “filosofia della praxis” alla “riforma intellettuale e morale” come dimensione strategica decisiva nella politica del partito come “moderno principe”. Gli snodi principali dell'itinerario di lettura proposto sono: la ridefinizione della praxis come “politica”, con l’abbandono delle tentazioni “lavoristiche” che hanno caratterizzato tanto marxismo otto-novecentesco (Cap. 1); la riorganizzazione del “marxismo” – pensato come un corpus aperto e disponibile a continua riorganizzazione sulla base della fase storico-politica attuale – attorno alla nozione di “immanenza” (contro la vecchia sistemazione “materialistica”), come terreno sul quale solamente, se adeguatamente ripensato e depurato da ogni resduo metafisico, il nesso tra conoscenza e azione, tra teoria e politica risulta razionalmente pensabile (Cap. 2); il conseguente smontaggio critico del “materialismo storico” e la riorganizzazione dei materiali cosí liberati attorno a un progetto di scienza-azione dell’egemonia, in quanto traduzione operativa dell’immanenza filosofica e dell’identità di scienza e politica da essa postulata (Cap. 3); la proposta forte di un’innovativa strategia comunista per il Ventesimo secolo, incardinata sul concetto di “religione” e declinata nella dimensione nazionale/internazionale, come coppia di categorie nella combinazione delle quali, storicamente, teoria e pratica si unificano, e quindi terreno sul quale il “moderno principe” deve dispiegare la sua strategia. Nell'introduzione l’autore prende posizione rispetto alle piú autorevoli interpretazioni dei Quaderni, con particolare riguardo per quelle che ne hanno valorizzato la natura fondamentalmente politica, e nella quale si dà conto della novità di approccio del libro, anche di fronte alle piú recenti letture di Gramsci in chiave postmoderna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.