Nelle PMI l’orientamento alla CSR e alla sostenibilità è (e in prospettiva può divenire) altrettanto (o forse più) significativo, rispetto a quello espresso dalle imprese di grandi dimensioni? E’ possibile tratteggiare, sulla base delle buone prassi di PMI che incrementano il capitale sociale del contesto locale, da cui traggono le proprie condizioni di diversità e di specificità, un modello di “CSR di territorio” (RST – Responsabilità Sociale di Territorio)? Il volume nasce dalla volontà di dare risposta a questi interrogativi e, contestualmente, di avvalorare un’ipotesi di fondo: il radicamento al contesto socio-economico locale, la facile identificazione e la prossimità dell’imprenditore, il coinvolgimento interpersonale e l’enfasi sulla persona e sulle relazioni, la flessibilità di adattamento ai cambiamenti sociali e ambientali, facilitano nelle PMI “di territorio” la necessaria consonanza tra mission, governance e accountability. La sintesi socio-competitiva è quindi frutto di un approccio alla CSR stabile e strutturato, incorporato nell’orientamento strategico, nelle modalità di governo e nel sistema di rendicontazione. Tale percorso è fondato sul coinvolgimento attivo delle imprese “minori” e sulla partecipazione a network locali, cementata da fattori di contesto (ambientali, culturali, antropologici) capaci di sintetizzare e di promuovere le istanze della CSR partendo dall’ambito locale e, declinandosi in termini di governance sostenibile del territorio, attraverso reti lunghe di relazione, di confluire nella sostenibilità nella sua accezione più ampia. Il “modello territoriale” di sviluppo ha come premessa una sfida: la capacità dell’insieme del mondo produttivo, imprenditoriale, associativo, sindacale, istituzionale, di proporsi come socialmente responsabile e, quindi, di caratterizzare un territorio protagonista indiretto, ma centrale, verso il quale è opportuno tornare perché è su di esso che oggi si formano interessi e identità collettivi, che si radica buona parte del consenso sociale e sul quale è possibile richiamare la responsabilità di tutti Il lavoro si articola in due momenti interpretativi, il primo di inquadramento concettuale e normativo, il secondo di taglio più operativo e contingente, centrato sull’analisi dei casi aziendali e delle testimonianze di PMI marchigiane, eccellenti esempi di quel “genio del luogo” che connota le Marche, tipico territorio della “Terza Italia” e laboratorio capace di porsi come volano per l’estensione dei processi di CSR assumendo una funzione paradigmatica e diventando luogo d’incontro e di avvicinamento reciproco. In particolare, in questa seconda parte del lavoro (Del Baldo), le deduzioni teoriche sono avvalorate da considerazioni di tipo induttivo, sviluppate attraverso l’analisi qualitativa (capitolo 5), che utilizza l’impianto metodologico dell’indagine empirica (field case study) condotta attraverso lo strumento della multiple cases analysis. Quattro sono le aziende considerate, di cui tre for profit, appartenenti a diversi comparti manifatturieri (Boxmarche s.p.a., Gruppo FBL-Della Rovere, TVS s.p.a.) e un istituto di credito (Banca delle Marche s.p.a.), accomunate dall’appartenenza ad un contesto territoriale “felice” sintesi di valori sociali ed economici. L’analisi dei casi è sviluppata usando come chiave di lettura un modello di azienda descritto in termini di mission, governance e accountability. I due piani della prospettiva di analisi, deduttiva e induttiva, corrispondono ad altrettante parti in cui si snoda il volume, che intende proporre una chiave di lettura peculiare, ma non per questo meno realistica, del percorso futuro della CSR e della sostenibilità. Il “modello territoriale” di sviluppo che trova conferma nell’analisi dei casi aziendali ha come premessa una sfida: la capacità dell’insieme del mondo produttivo, imprenditoriale, associativo, sindacale, istituzionale, di proporsi come socialmente responsabile e, quindi, di caratterizzare un territorio protagonista indiretto, ma centrale, verso il quale è opportuno tornare perché è su di esso che oggi si formano interessi e identità collettivi, che si radica buona parte del consenso sociale e sul quale è possibile richiamare la responsabilità di tutti.

TANTI CASI, UNO STESSO PROFILO: L'ECCELLENZA PER IL "BENE COMUNE" E I SUOI RIFLESSI SUL TERRITORIO.

DEL BALDO, MARA
2009

Abstract

Nelle PMI l’orientamento alla CSR e alla sostenibilità è (e in prospettiva può divenire) altrettanto (o forse più) significativo, rispetto a quello espresso dalle imprese di grandi dimensioni? E’ possibile tratteggiare, sulla base delle buone prassi di PMI che incrementano il capitale sociale del contesto locale, da cui traggono le proprie condizioni di diversità e di specificità, un modello di “CSR di territorio” (RST – Responsabilità Sociale di Territorio)? Il volume nasce dalla volontà di dare risposta a questi interrogativi e, contestualmente, di avvalorare un’ipotesi di fondo: il radicamento al contesto socio-economico locale, la facile identificazione e la prossimità dell’imprenditore, il coinvolgimento interpersonale e l’enfasi sulla persona e sulle relazioni, la flessibilità di adattamento ai cambiamenti sociali e ambientali, facilitano nelle PMI “di territorio” la necessaria consonanza tra mission, governance e accountability. La sintesi socio-competitiva è quindi frutto di un approccio alla CSR stabile e strutturato, incorporato nell’orientamento strategico, nelle modalità di governo e nel sistema di rendicontazione. Tale percorso è fondato sul coinvolgimento attivo delle imprese “minori” e sulla partecipazione a network locali, cementata da fattori di contesto (ambientali, culturali, antropologici) capaci di sintetizzare e di promuovere le istanze della CSR partendo dall’ambito locale e, declinandosi in termini di governance sostenibile del territorio, attraverso reti lunghe di relazione, di confluire nella sostenibilità nella sua accezione più ampia. Il “modello territoriale” di sviluppo ha come premessa una sfida: la capacità dell’insieme del mondo produttivo, imprenditoriale, associativo, sindacale, istituzionale, di proporsi come socialmente responsabile e, quindi, di caratterizzare un territorio protagonista indiretto, ma centrale, verso il quale è opportuno tornare perché è su di esso che oggi si formano interessi e identità collettivi, che si radica buona parte del consenso sociale e sul quale è possibile richiamare la responsabilità di tutti Il lavoro si articola in due momenti interpretativi, il primo di inquadramento concettuale e normativo, il secondo di taglio più operativo e contingente, centrato sull’analisi dei casi aziendali e delle testimonianze di PMI marchigiane, eccellenti esempi di quel “genio del luogo” che connota le Marche, tipico territorio della “Terza Italia” e laboratorio capace di porsi come volano per l’estensione dei processi di CSR assumendo una funzione paradigmatica e diventando luogo d’incontro e di avvicinamento reciproco. In particolare, in questa seconda parte del lavoro (Del Baldo), le deduzioni teoriche sono avvalorate da considerazioni di tipo induttivo, sviluppate attraverso l’analisi qualitativa (capitolo 5), che utilizza l’impianto metodologico dell’indagine empirica (field case study) condotta attraverso lo strumento della multiple cases analysis. Quattro sono le aziende considerate, di cui tre for profit, appartenenti a diversi comparti manifatturieri (Boxmarche s.p.a., Gruppo FBL-Della Rovere, TVS s.p.a.) e un istituto di credito (Banca delle Marche s.p.a.), accomunate dall’appartenenza ad un contesto territoriale “felice” sintesi di valori sociali ed economici. L’analisi dei casi è sviluppata usando come chiave di lettura un modello di azienda descritto in termini di mission, governance e accountability. I due piani della prospettiva di analisi, deduttiva e induttiva, corrispondono ad altrettante parti in cui si snoda il volume, che intende proporre una chiave di lettura peculiare, ma non per questo meno realistica, del percorso futuro della CSR e della sostenibilità. Il “modello territoriale” di sviluppo che trova conferma nell’analisi dei casi aziendali ha come premessa una sfida: la capacità dell’insieme del mondo produttivo, imprenditoriale, associativo, sindacale, istituzionale, di proporsi come socialmente responsabile e, quindi, di caratterizzare un territorio protagonista indiretto, ma centrale, verso il quale è opportuno tornare perché è su di esso che oggi si formano interessi e identità collettivi, che si radica buona parte del consenso sociale e sul quale è possibile richiamare la responsabilità di tutti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2510450
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