Il libro è la prima parte di una trilogia sull'idea di terrore nel mito, nella filosofia e nella politica. Ma ha una sua completa autonomia. Esso introduce nel crocevia della loro verità. Medusea è la maschera del terrore. Nel faccia a faccia con la morte è una singolare dialettica del vivo con il morto che appare. Le tremende pagine della filosofia dello spirito jenene di Hegel aprono il libro. La notte della conservazione. Notte che non passa, rischio assoluto, dell'ostinato desiderio, di rivolgere il proprio sguardo nella notte dell'altro. Ecco il passaggio buio del libro. Ma bisogna tenere fermo il morto. La morte è all'origine del riconoscimento. Hegel letto da Kojeve e da Heidegger. La dialettica speculativa in divergente accordo con la differenza ontologica. Logica e politica si contraddicono nel loro principio. L'origine in luogo della fondazione. Sarà l'immaginazione trascendentale, radice a noi sconoscita da cui germogliano i due ceppi della conoscenza, a guidarci al termine della notte del mondo. Poi L'aurera greca. Parmenide e Eraclito in una discrepanza che suscita sgomento. Ma soprattutto i versi aurei dell'eleata, attraverso la lettura della grande filosofia. Hegel e Heidegger in viaggio verso l'antico. La questione è il rapporto tra verità e politica. Come sfondo, alcuni motivi che saranno sviluppati nel libro a venire. Come resistere al sublime dinamico della natura? Il secondo passaggio profonderà nell'abisso dell'immaginazione di Kant, tra la prima Critica e la terza Critica. Il terzo e ultimo passaggio riguarderà Nietzsche e Heidegger, la loro inquietante lettura dell'antico e del moderno: sono loro, in un colloquio tra ombre, a ispirare il terrore dell'immaginazione. ma l'obiettivo è lo stesso. L'idea è che il terrore esiga una ontologia e una politica, perché una fenomenologia c'è già. Ma molto c'è da fare per una genealogia della modernità dal lato oscuro della ragione. Prime della storia del concetto, la semantica della rappresentazione convoca il morto nel luogo del vivo. La facciata della politica moderna è melanconica. Uno scettro, un teschio. Dal Leviatano verso la democrazia, dalla tirannia della maggioranza di Tocqueville all'ultimo uomo di Nietzsche, una galleria di maschere della morte ricoprono il terrore del morto.
La notte del mondo e l'aurora greca. Heidegger e il terrore dell'immaginazione
SCALZO, DOMENICO
2012
Abstract
Il libro è la prima parte di una trilogia sull'idea di terrore nel mito, nella filosofia e nella politica. Ma ha una sua completa autonomia. Esso introduce nel crocevia della loro verità. Medusea è la maschera del terrore. Nel faccia a faccia con la morte è una singolare dialettica del vivo con il morto che appare. Le tremende pagine della filosofia dello spirito jenene di Hegel aprono il libro. La notte della conservazione. Notte che non passa, rischio assoluto, dell'ostinato desiderio, di rivolgere il proprio sguardo nella notte dell'altro. Ecco il passaggio buio del libro. Ma bisogna tenere fermo il morto. La morte è all'origine del riconoscimento. Hegel letto da Kojeve e da Heidegger. La dialettica speculativa in divergente accordo con la differenza ontologica. Logica e politica si contraddicono nel loro principio. L'origine in luogo della fondazione. Sarà l'immaginazione trascendentale, radice a noi sconoscita da cui germogliano i due ceppi della conoscenza, a guidarci al termine della notte del mondo. Poi L'aurera greca. Parmenide e Eraclito in una discrepanza che suscita sgomento. Ma soprattutto i versi aurei dell'eleata, attraverso la lettura della grande filosofia. Hegel e Heidegger in viaggio verso l'antico. La questione è il rapporto tra verità e politica. Come sfondo, alcuni motivi che saranno sviluppati nel libro a venire. Come resistere al sublime dinamico della natura? Il secondo passaggio profonderà nell'abisso dell'immaginazione di Kant, tra la prima Critica e la terza Critica. Il terzo e ultimo passaggio riguarderà Nietzsche e Heidegger, la loro inquietante lettura dell'antico e del moderno: sono loro, in un colloquio tra ombre, a ispirare il terrore dell'immaginazione. ma l'obiettivo è lo stesso. L'idea è che il terrore esiga una ontologia e una politica, perché una fenomenologia c'è già. Ma molto c'è da fare per una genealogia della modernità dal lato oscuro della ragione. Prime della storia del concetto, la semantica della rappresentazione convoca il morto nel luogo del vivo. La facciata della politica moderna è melanconica. Uno scettro, un teschio. Dal Leviatano verso la democrazia, dalla tirannia della maggioranza di Tocqueville all'ultimo uomo di Nietzsche, una galleria di maschere della morte ricoprono il terrore del morto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.