Storia di rappresentazioni e di trattamenti del corpo: un corpo “posseduto” dall’ideologia nazionale, nel corso dell’Ottocento. Questo libro mira a ricostruire come si è formato un patrimonio di concetti, idealizzazioni, stereotipi e pregiudizi intorno agli italiani; un patrimonio che nato nel corso del Risorgimento li ha poi accompagnati – condizionandoli – fin quasi ai nostri giorni. Attraverso una letteratura fin qui in gran parte più citata che davvero conosciuta, ovvero i martirologi e le eroizzazioni, questo libro ripercorre luoghi cardine del processo di unificazione nazionale, ponendo il corpo e la sua fisicità al centro dell’indagine. Corpi offerti alla violenza, al dolore, al supplizio, alla follia. Corpi idealizzati, come quello di Garibaldi, virilizzati dalla retorica dello svantaggio, demonizzati dai diversi contendenti della “guerra civile”, che attraversa il Risorgimento. La raggiunta unificazione, nel 1861, segnava l’attenuazione della retorica intorno ai martiri, con un intervento deliberato dall’alto a opera dei governi Depretis e l’investimento nella costruzione del “corpo borghese”. Vi si opponeva Garibaldi con l’invenzione dei Mille, proclamando anche l’indipendenza del suo corpo dallo Stato e dal Governo, oltre che dalla Chiesa. Pinocchio e Cuore, pur da diverse prospettive, completavano la svolta. Risorgendo dal suo corpo di legno nell’Isola della Capretta, cioè Caprera, Pinocchio si affrancava dai genitori e diveniva un “uomo nuovo”, dotato di un proprio corpo di carne. Cuore, invece, inaugurando una democrazia di tuti i corpi dava diritto di cittadinanza non più ai soli corpi gloriosi, ma ai corpi dei lavoratori e perfino ai disabili. L’osservatorio del corpo apre una via non convenzionale per rivedere come gli italiani si sono immaginati, combattuti e formati.

Corpi posseduti. Martiri ed eroi dal Risorgimento a Pinocchio, Collana “Società e Cultura”, promossa dalla Fondazione di studi storici Filippo Turati e diretta da Maurizio Degl’Innocenti, 2012, pp. 294, con un abstract in lingua inglese alla fine del volume, pp. 283-284.

MENGOZZI, DINO
2012

Abstract

Storia di rappresentazioni e di trattamenti del corpo: un corpo “posseduto” dall’ideologia nazionale, nel corso dell’Ottocento. Questo libro mira a ricostruire come si è formato un patrimonio di concetti, idealizzazioni, stereotipi e pregiudizi intorno agli italiani; un patrimonio che nato nel corso del Risorgimento li ha poi accompagnati – condizionandoli – fin quasi ai nostri giorni. Attraverso una letteratura fin qui in gran parte più citata che davvero conosciuta, ovvero i martirologi e le eroizzazioni, questo libro ripercorre luoghi cardine del processo di unificazione nazionale, ponendo il corpo e la sua fisicità al centro dell’indagine. Corpi offerti alla violenza, al dolore, al supplizio, alla follia. Corpi idealizzati, come quello di Garibaldi, virilizzati dalla retorica dello svantaggio, demonizzati dai diversi contendenti della “guerra civile”, che attraversa il Risorgimento. La raggiunta unificazione, nel 1861, segnava l’attenuazione della retorica intorno ai martiri, con un intervento deliberato dall’alto a opera dei governi Depretis e l’investimento nella costruzione del “corpo borghese”. Vi si opponeva Garibaldi con l’invenzione dei Mille, proclamando anche l’indipendenza del suo corpo dallo Stato e dal Governo, oltre che dalla Chiesa. Pinocchio e Cuore, pur da diverse prospettive, completavano la svolta. Risorgendo dal suo corpo di legno nell’Isola della Capretta, cioè Caprera, Pinocchio si affrancava dai genitori e diveniva un “uomo nuovo”, dotato di un proprio corpo di carne. Cuore, invece, inaugurando una democrazia di tuti i corpi dava diritto di cittadinanza non più ai soli corpi gloriosi, ma ai corpi dei lavoratori e perfino ai disabili. L’osservatorio del corpo apre una via non convenzionale per rivedere come gli italiani si sono immaginati, combattuti e formati.
2012
9788865820186
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