Il problema dell’altro e la natura della mediazione simbolica rappresentano i temi dominanti affrontati in questo libro. Qui l’analisi critica delle soluzioni adottate dai sociologi classici e contemporanei apre il varco a nuovi stimoli per la teoria sociologica che oggi più che mai è alla ricerca di una forma della comunicazione che non perda di vista l’altro a favore dell’appropriazione praticata dall’io o della co-appartenenza di ego ed alter ad una soggettività assolutizzata. La decisione di abbandonare il modello della comunicazione come semplice trasmissione di informazione dall’io al tu come o come dinamica dialettica tra soggetto e oggetto non conduce infatti ad un rifiuto di ogni possibile relazione e comunicazione con l’altro. Si tratta di concepire l’identità dell’individuo senza ridurlo ad un ‘altro io’: salvaguardare la diversità è l’unico modo perché non vengano effettivamente meno le possibilità della comunicazione. La parola, la comunicazione, il discorso hanno il potere di rivelare l’altro senza ridurlo. Se l’agire non fosse accompagnato dal discorso esso non avrebbe alcun carattere rivelatorio dell’altro, ma sarebbe strumentale ed espropriativi. Le azioni raccontano il proprio attore nella significazione del linguaggio che si instaura oltre gli atti.

Agire comunicativo e contenuto di senso

MATTEUCCI, IVANA
1994

Abstract

Il problema dell’altro e la natura della mediazione simbolica rappresentano i temi dominanti affrontati in questo libro. Qui l’analisi critica delle soluzioni adottate dai sociologi classici e contemporanei apre il varco a nuovi stimoli per la teoria sociologica che oggi più che mai è alla ricerca di una forma della comunicazione che non perda di vista l’altro a favore dell’appropriazione praticata dall’io o della co-appartenenza di ego ed alter ad una soggettività assolutizzata. La decisione di abbandonare il modello della comunicazione come semplice trasmissione di informazione dall’io al tu come o come dinamica dialettica tra soggetto e oggetto non conduce infatti ad un rifiuto di ogni possibile relazione e comunicazione con l’altro. Si tratta di concepire l’identità dell’individuo senza ridurlo ad un ‘altro io’: salvaguardare la diversità è l’unico modo perché non vengano effettivamente meno le possibilità della comunicazione. La parola, la comunicazione, il discorso hanno il potere di rivelare l’altro senza ridurlo. Se l’agire non fosse accompagnato dal discorso esso non avrebbe alcun carattere rivelatorio dell’altro, ma sarebbe strumentale ed espropriativi. Le azioni raccontano il proprio attore nella significazione del linguaggio che si instaura oltre gli atti.
1994
8839203117
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2534805
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