INTRODUZIONE L’esperienza clinica dimostra che la carcerazione mette a dura prova l’integrità psico-fisica della persona reclusa; altrettanto destabilizzanti sono gli effetti su quelle che alcuni autori definiscono come “vittime indirette”: i familiari, soprattutto se di primo grado. La pratica clinico-forense dimostra che una situazione di lontananza forzata tende a compromettere i rapporti genitore-bambino, quelli coniugali fino a causarne, a volte una drastica e repentina rottura altre un lento e progressivo logorio. Diversi studi evidenziano inoltre, come un’elevata percentuale di figli di genitori detenuti, se non sostenuti adeguatamente nel proprio percorso di crescita psico-fisica, rischiano di ripercorrere le scelte devianti dei genitori e quindi anche il percorso detentivo. OBIETTIVI E METODI Il progetto di ricerca ed intervento “Sostegno alle relazioni familiari dentro e fuori il carcere”, attuato presso due istituti marchigiani è stato finanziato nelle due annualità (2011-12) dall’Ufficio dell’Ombudsman della regione Marche.Tale spazio ha permesso di testare lo strumento “gruppo” inteso come luogo / spazio fisico e psicologico in cui con – dividere, riflettere, confrontarsi, tentando di mettersi nei panni dell’altro. Gli obiettivi si situano su diversi piani: intrapsichico (decentrare il proprio punto di vista, sviluppare un senso di fiducia verso l’altro, fornire uno spazio di debriefing), relazionale (uscire dall’isolamento intracarcerario), familiare (rileggere la propria storia e considerarla in un’ottica di complessità multifattoriale). CONCLUSIONI Creare uno spazio di discussione significa dare spazio alla libertà di essere e sentirsi membri attivi e partecipativi di una famiglia che, come il gruppo, accoglie, sorregge, a volte contrasta, ma sempre permette lo svilupparsi di un forte senso di appartenenza. Verranno presentati quindi punti di forza e debolezza nonché le riflessioni delle conduttrici.

Famiglie detenute: esperienze di gruppi di parola a sostegno delle relazioni familiari

PAJARDI, DANIELA MARIA;
2013

Abstract

INTRODUZIONE L’esperienza clinica dimostra che la carcerazione mette a dura prova l’integrità psico-fisica della persona reclusa; altrettanto destabilizzanti sono gli effetti su quelle che alcuni autori definiscono come “vittime indirette”: i familiari, soprattutto se di primo grado. La pratica clinico-forense dimostra che una situazione di lontananza forzata tende a compromettere i rapporti genitore-bambino, quelli coniugali fino a causarne, a volte una drastica e repentina rottura altre un lento e progressivo logorio. Diversi studi evidenziano inoltre, come un’elevata percentuale di figli di genitori detenuti, se non sostenuti adeguatamente nel proprio percorso di crescita psico-fisica, rischiano di ripercorrere le scelte devianti dei genitori e quindi anche il percorso detentivo. OBIETTIVI E METODI Il progetto di ricerca ed intervento “Sostegno alle relazioni familiari dentro e fuori il carcere”, attuato presso due istituti marchigiani è stato finanziato nelle due annualità (2011-12) dall’Ufficio dell’Ombudsman della regione Marche.Tale spazio ha permesso di testare lo strumento “gruppo” inteso come luogo / spazio fisico e psicologico in cui con – dividere, riflettere, confrontarsi, tentando di mettersi nei panni dell’altro. Gli obiettivi si situano su diversi piani: intrapsichico (decentrare il proprio punto di vista, sviluppare un senso di fiducia verso l’altro, fornire uno spazio di debriefing), relazionale (uscire dall’isolamento intracarcerario), familiare (rileggere la propria storia e considerarla in un’ottica di complessità multifattoriale). CONCLUSIONI Creare uno spazio di discussione significa dare spazio alla libertà di essere e sentirsi membri attivi e partecipativi di una famiglia che, come il gruppo, accoglie, sorregge, a volte contrasta, ma sempre permette lo svilupparsi di un forte senso di appartenenza. Verranno presentati quindi punti di forza e debolezza nonché le riflessioni delle conduttrici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2575978
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