Spostando l’accento dal contenimento della spesa all’equità di accesso ai servizi sanitari, il contributo si pone l’obiettivo di valutare, in un definito contesto territoriale, come varia una funzione di costo per la fruizione individuale dei servizi ospedalieri al variare del numero dei centri di erogazione degli stessi. Prendendo spunto da un’ipotesi concreta sul riordino di parte dell’offerta ospedaliera in una provincia italiana, dopo aver definito per sommi capi il problema così come conosciuto e trattato nella letteratura specifica, e dopo aver riorganizzato il territorio d’analisi, si valuta la citata funzione per un numero progressivo di localizzazione dei centri, ponendo poi a confronto la collocazione ottimale, cioè a costo minimo, con quelle ad essa “vicine”. Si osserva così come diminuisce il “costo sociale” per la fruizione al crescere dei centri ma anche che, fis-sato il loro numero, la localizzazione ottimale non si discosta poi molto per costo da quelle sub ottimali che potrebbero magari garantire una migliore logistica di fruizione. La necessità di riorganizzare l’offerta dei servizi sanitari si scontra inevitabilmente con delle eredità storiche difficilmente sanabili, almeno nel breve periodo. Tuttavia, l’introduzione del costo sociale quale variabile fondamentale nel processo di programmazione, risulta ineludibile senza però cadere in un suo utilizzo strumentale. Parole Chiave: Equità di accesso, Localizzazione di impianti, Revisione della spesa

L'uso del criterio di equità di accesso nella programmazione dei servizi. Un caso di studio

CORSI, MARIO
2013

Abstract

Spostando l’accento dal contenimento della spesa all’equità di accesso ai servizi sanitari, il contributo si pone l’obiettivo di valutare, in un definito contesto territoriale, come varia una funzione di costo per la fruizione individuale dei servizi ospedalieri al variare del numero dei centri di erogazione degli stessi. Prendendo spunto da un’ipotesi concreta sul riordino di parte dell’offerta ospedaliera in una provincia italiana, dopo aver definito per sommi capi il problema così come conosciuto e trattato nella letteratura specifica, e dopo aver riorganizzato il territorio d’analisi, si valuta la citata funzione per un numero progressivo di localizzazione dei centri, ponendo poi a confronto la collocazione ottimale, cioè a costo minimo, con quelle ad essa “vicine”. Si osserva così come diminuisce il “costo sociale” per la fruizione al crescere dei centri ma anche che, fis-sato il loro numero, la localizzazione ottimale non si discosta poi molto per costo da quelle sub ottimali che potrebbero magari garantire una migliore logistica di fruizione. La necessità di riorganizzare l’offerta dei servizi sanitari si scontra inevitabilmente con delle eredità storiche difficilmente sanabili, almeno nel breve periodo. Tuttavia, l’introduzione del costo sociale quale variabile fondamentale nel processo di programmazione, risulta ineludibile senza però cadere in un suo utilizzo strumentale. Parole Chiave: Equità di accesso, Localizzazione di impianti, Revisione della spesa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2590381
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