Diversi studiosi hanno recentemente contrapposto alla predominante concezione del pensiero come ‘testo’ interno alla mente di un individuo l’idea di un pensiero in larga parte pubblico e accessibile attraverso il comportamento visibile; nella sua recente monografia Social Minds in the Novel A. Palmer ha richiamato l’attenzione, in una prospettiva funzionalista, sulla presenza delle menti collettive (social minds) come parte essenziale del racconto. Il saggio prende in considerazione la rappresentazione delle menti collettive nelle Storie erodotee come parte della narrazione storica. In particolare, sono analizzati alcuni passi che vedono gruppi o assemblee impegnati in decisioni o interpretazioni collettive: lungi dal ritenere la mente collettiva necessariamente inferiore a quella individuale, Erodoto mette in evidenza i meccanismi differenti che regolano il funzionamento delle menti collettive nell’ambito della polis rispetto alle corrispondenti situazioni all’interno di un regime autocratico, e riconosce il valore aggiunto dato dalla cooperazione e dalla coesione sociale. È inoltre presa in considerazione la mente collettiva come fattore di identità di gruppi e sottogruppi, attraverso l’analisi in primo luogo di alcuni passi nei quali emerge la presenza di una mente collettiva femminile, chiaramente distinta da quella maschile (e potenzialmente minacciosa), e in secondo luogo di alcuni passi nei quali è rappresentato l’accesso a una mente collettiva da parte di un’altra mente collettiva: oltre che dalla rappresentazione che ciascun popolo ha di sé, l’identità è costituita anche dall’immagine che di lui hanno gli altri gruppi. Nell’insieme, la mente collettiva risulta essere non una semplice metafora, ma una forza reale, che influisce attivamente sulle decisioni e sugli eventi, come tale riflessa nella rappresentazione storica.

La città pensante. La rappresentazione della mente collettiva in Erodoto

DORATI, MARCO MASSIMO
2014

Abstract

Diversi studiosi hanno recentemente contrapposto alla predominante concezione del pensiero come ‘testo’ interno alla mente di un individuo l’idea di un pensiero in larga parte pubblico e accessibile attraverso il comportamento visibile; nella sua recente monografia Social Minds in the Novel A. Palmer ha richiamato l’attenzione, in una prospettiva funzionalista, sulla presenza delle menti collettive (social minds) come parte essenziale del racconto. Il saggio prende in considerazione la rappresentazione delle menti collettive nelle Storie erodotee come parte della narrazione storica. In particolare, sono analizzati alcuni passi che vedono gruppi o assemblee impegnati in decisioni o interpretazioni collettive: lungi dal ritenere la mente collettiva necessariamente inferiore a quella individuale, Erodoto mette in evidenza i meccanismi differenti che regolano il funzionamento delle menti collettive nell’ambito della polis rispetto alle corrispondenti situazioni all’interno di un regime autocratico, e riconosce il valore aggiunto dato dalla cooperazione e dalla coesione sociale. È inoltre presa in considerazione la mente collettiva come fattore di identità di gruppi e sottogruppi, attraverso l’analisi in primo luogo di alcuni passi nei quali emerge la presenza di una mente collettiva femminile, chiaramente distinta da quella maschile (e potenzialmente minacciosa), e in secondo luogo di alcuni passi nei quali è rappresentato l’accesso a una mente collettiva da parte di un’altra mente collettiva: oltre che dalla rappresentazione che ciascun popolo ha di sé, l’identità è costituita anche dall’immagine che di lui hanno gli altri gruppi. Nell’insieme, la mente collettiva risulta essere non una semplice metafora, ma una forza reale, che influisce attivamente sulle decisioni e sugli eventi, come tale riflessa nella rappresentazione storica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2595995
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