Il presente intervento si articola in tre parti: 1. la prima discute il carattere elitista di molte critiche alla nozione di populismo, che spesso intendono legittimare il potere delle oligarchie che governano l'Europa, negando alle classi subalterne qualsiasi consapevolezza politica; 2. la seconda invece sviluppa una critica della retorica populista, e in particolare della definizione di popolo come entità incorrotta e indivisa, mostrandone la contiguità con l'idea di popolo che è alla base del dispositivo della rappresentanza democratica; 3. infine, le conclusioni cercano di individuare alcuni aspetti politicamente produttivi nella ripresa della discussione sul populismo, a partire dalla necessità di ripensare il concetto di popolo non come totalità, bensì come parzialità.

Cosa si può imparare dal populismo

VISENTIN, STEFANO
2014

Abstract

Il presente intervento si articola in tre parti: 1. la prima discute il carattere elitista di molte critiche alla nozione di populismo, che spesso intendono legittimare il potere delle oligarchie che governano l'Europa, negando alle classi subalterne qualsiasi consapevolezza politica; 2. la seconda invece sviluppa una critica della retorica populista, e in particolare della definizione di popolo come entità incorrotta e indivisa, mostrandone la contiguità con l'idea di popolo che è alla base del dispositivo della rappresentanza democratica; 3. infine, le conclusioni cercano di individuare alcuni aspetti politicamente produttivi nella ripresa della discussione sul populismo, a partire dalla necessità di ripensare il concetto di popolo non come totalità, bensì come parzialità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2597228
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