Da uno studio attento del manoscritto originale di Processo Karamazov o La leggenda del Grande Inquisitore, custodito nell’archivio “Diego Fabbri”, Antonella Cavazza ha tratto una serie di informazioni preziose che le hanno consentito di individuare innanzi tutto la traduzione del romanzo I fratelli Karamazov utilizzata dal drammaturgo italiano. Appurato che alla base del dramma di Fabbri c’è l’edizione italiana I fratelli Karamazov (Mursia, Milano, 1958), in seguito l’autrice ha cercato di comprendere le modalità di utilizzo e di rielaborazione del testo di Dostoevskij nella versione di Alfredo Polledro, tenendo, costantemente, conto dell’originale russo. Dalla collazione di alcuni passi risulta che Fabbri, si è avvalso della traduzione di Polledro in maniera pressoché letterale, limitandosi a conferire –come egli stesso aveva dichiarato- una forma drammatica a un qualcosa che era stato scritto da un’angolazione narrativa. Nella pièce teatrale di Fabbri La leggenda del Grande Inquisitore non esercita una funzione meramente espositiva come nel testo di Dostoevskij. Nel dramma di Fabbri, il poema composto da Ivan, diviene un atto giudiziario. Pure con modifiche sostanziali entra nel testo di Fabbri la leggenda della cipollina. Fabbri approntò anche una versione televisiva andata perduta.

Il dramma di Diego Fabbri "Processo Karamazov o La leggenda del Grande Inquisitore. Tre udienze" e la sua ricezione in Italia nella prima metà degli anni Sessanta del XX secolo

CAVAZZA, ANTONELLA
2013

Abstract

Da uno studio attento del manoscritto originale di Processo Karamazov o La leggenda del Grande Inquisitore, custodito nell’archivio “Diego Fabbri”, Antonella Cavazza ha tratto una serie di informazioni preziose che le hanno consentito di individuare innanzi tutto la traduzione del romanzo I fratelli Karamazov utilizzata dal drammaturgo italiano. Appurato che alla base del dramma di Fabbri c’è l’edizione italiana I fratelli Karamazov (Mursia, Milano, 1958), in seguito l’autrice ha cercato di comprendere le modalità di utilizzo e di rielaborazione del testo di Dostoevskij nella versione di Alfredo Polledro, tenendo, costantemente, conto dell’originale russo. Dalla collazione di alcuni passi risulta che Fabbri, si è avvalso della traduzione di Polledro in maniera pressoché letterale, limitandosi a conferire –come egli stesso aveva dichiarato- una forma drammatica a un qualcosa che era stato scritto da un’angolazione narrativa. Nella pièce teatrale di Fabbri La leggenda del Grande Inquisitore non esercita una funzione meramente espositiva come nel testo di Dostoevskij. Nel dramma di Fabbri, il poema composto da Ivan, diviene un atto giudiziario. Pure con modifiche sostanziali entra nel testo di Fabbri la leggenda della cipollina. Fabbri approntò anche una versione televisiva andata perduta.
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