Il saggio prende in esame la metafora contenuta nell’ultimo verso di Booz endormi di Hugo (“cette faucille d’or dans le champ des étoiles”), mostrandone la funzione cruciale nella poesia. Questa metafora è stata criticata da vari commentatori che l’hanno considerata poco originale, inutilmente esornativa, e ne hanno proposto varie interpretazioni simboliche. Il saggio mostra come essa invece si inserisca, risolvendola, in una rete di immagini che copre l’intero componimento, immagini che oppongono l’alto e il basso. Tema della poesia è in cielo, in alto, la volontà di Dio di unire Booz e Ruth, per dare vita a una progenie in cui troveranno posto re Davide e Gesù, e, in basso, sul piano terreno, le difficoltà di attuare questa unione. L’unione di alto e basso, suggestivamente annunciata nel sogno di Booz, segmento centrale della poesia, trova ostacolo nell’età avanzata del patriarca, che rendendolo prossimo alla morte lo inclina verso la terra. La volontà divina, nell’ottica democratica di Hugo, non può calarsi sulla terra con un atto di imperio e di violenza (esemplificato nell’allusione al Diluvio universale e nelle orme dei dinosauri aggressivamente stampate sulla terra). Ecco perché, dopo che nella prima parte del componimento prevalgono immagini di orizzontalità (il lavoro nei campi, il sonno dei personaggi), verso la fine si manifestano presenze che agiscono nello spazio intermedio tra terra e cielo (suoni e profumi che si spandono nell’aria, voli angelici), fino a che, con la metafora finale, la realtà terrestre (l’umile lavoro dei campi) è tacitamente quanto spettacolarmente proiettata in cielo, operando quella unione di alto e basso cui l’intera poesia tendeva, semplicemente in una metafora. Metafora che può caricarsi di questo significato solo se inserita nella rete di relazioni, di costanti, che l’analisi ha messo in luce.
Sula funzione di una metafora in "Booz endormi" di Hugo
TOFFANO, PIERO
2014
Abstract
Il saggio prende in esame la metafora contenuta nell’ultimo verso di Booz endormi di Hugo (“cette faucille d’or dans le champ des étoiles”), mostrandone la funzione cruciale nella poesia. Questa metafora è stata criticata da vari commentatori che l’hanno considerata poco originale, inutilmente esornativa, e ne hanno proposto varie interpretazioni simboliche. Il saggio mostra come essa invece si inserisca, risolvendola, in una rete di immagini che copre l’intero componimento, immagini che oppongono l’alto e il basso. Tema della poesia è in cielo, in alto, la volontà di Dio di unire Booz e Ruth, per dare vita a una progenie in cui troveranno posto re Davide e Gesù, e, in basso, sul piano terreno, le difficoltà di attuare questa unione. L’unione di alto e basso, suggestivamente annunciata nel sogno di Booz, segmento centrale della poesia, trova ostacolo nell’età avanzata del patriarca, che rendendolo prossimo alla morte lo inclina verso la terra. La volontà divina, nell’ottica democratica di Hugo, non può calarsi sulla terra con un atto di imperio e di violenza (esemplificato nell’allusione al Diluvio universale e nelle orme dei dinosauri aggressivamente stampate sulla terra). Ecco perché, dopo che nella prima parte del componimento prevalgono immagini di orizzontalità (il lavoro nei campi, il sonno dei personaggi), verso la fine si manifestano presenze che agiscono nello spazio intermedio tra terra e cielo (suoni e profumi che si spandono nell’aria, voli angelici), fino a che, con la metafora finale, la realtà terrestre (l’umile lavoro dei campi) è tacitamente quanto spettacolarmente proiettata in cielo, operando quella unione di alto e basso cui l’intera poesia tendeva, semplicemente in una metafora. Metafora che può caricarsi di questo significato solo se inserita nella rete di relazioni, di costanti, che l’analisi ha messo in luce.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.