La cessione d’azienda operata attraverso il conferimento d’azienda e la successiva cessione di quote della conferitaria è da tempo al centro del dibattito in merito all’imposta di registro applicabile che, secondo la giurisprudenza oramai consolidata, deve essere quella dell’atto tipicamente preposto all’operazione ma fiscalmente meno vantaggioso, in mancanza della prova da parte del contribuente di una valida ragione economica sottesa al particolare percorso negoziale prescelto, predonderante rispetto allo scopo di ridurre il carico fiscale. A tal fine la fattispecie si ritiene inquadrabile nella teorica dell’“abuso dello strumento contrattuale”, che in tale ambito poggerebbe sul principio di cui all’art. 53 Cost. Lo studio propone una diversa prospettiva ricostruttiva, che colloca la vicenda nell’ambito del frazionamento contrattuale, assumendo che quando i singoli contratti in cui viene frazionata la cessione d’azienda producono, nella loro sommatoria, la medesima funzione economica del contratto frazionato, tanto basti a suffragare l’applicazione della maggiore imposta dovuta, in mancanza della prova contraria del contribuente di una divergenza fra la causa dell’operazione economica posta in essere e quella del tipo contrattuale frazio- nato. In tal modo il problema viene ricondotto nell’ambito del tradizionale strumentario giuridico proprio del contratto, svincolandosi da quei metodi ermeneutici che hanno indotto certa dottrina a discorrere dell’abuso del diritto come di un “argomento abusato”.

Cessione d’azienda frazionata nel conferimento d’azienda e successiva cessione di quote nella conferitaria.

AZZARO, ANDREA MARIA
2014

Abstract

La cessione d’azienda operata attraverso il conferimento d’azienda e la successiva cessione di quote della conferitaria è da tempo al centro del dibattito in merito all’imposta di registro applicabile che, secondo la giurisprudenza oramai consolidata, deve essere quella dell’atto tipicamente preposto all’operazione ma fiscalmente meno vantaggioso, in mancanza della prova da parte del contribuente di una valida ragione economica sottesa al particolare percorso negoziale prescelto, predonderante rispetto allo scopo di ridurre il carico fiscale. A tal fine la fattispecie si ritiene inquadrabile nella teorica dell’“abuso dello strumento contrattuale”, che in tale ambito poggerebbe sul principio di cui all’art. 53 Cost. Lo studio propone una diversa prospettiva ricostruttiva, che colloca la vicenda nell’ambito del frazionamento contrattuale, assumendo che quando i singoli contratti in cui viene frazionata la cessione d’azienda producono, nella loro sommatoria, la medesima funzione economica del contratto frazionato, tanto basti a suffragare l’applicazione della maggiore imposta dovuta, in mancanza della prova contraria del contribuente di una divergenza fra la causa dell’operazione economica posta in essere e quella del tipo contrattuale frazio- nato. In tal modo il problema viene ricondotto nell’ambito del tradizionale strumentario giuridico proprio del contratto, svincolandosi da quei metodi ermeneutici che hanno indotto certa dottrina a discorrere dell’abuso del diritto come di un “argomento abusato”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2630362
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