La favola ricorda Un lupo americano Una bestiaccia ingorda Che mangia a tutto spiano. De Gasperi col naso lungo che racconta bugie agli italiani, Togliatti nelle vesti del lupo cattivo, Truman e Stalin nei panni dell’orco. E, ancora, Pinocchio che indossa la divisa da balilla, poi milita nelle file dei comunisti, sotto le insegne della Democrazia cristiana o in quelle della socialdemocrazia. Si tratta di ruoli fantastici che non rientrano in alcuna classificazione letteraria, ma rispondono piuttosto alla necessità di una propaganda che si situa ai gradini più bassi della comunicazione politica. O prendendo strumentalmente a prestito luoghi situazioni e personaggi del mondo favolistico; o inventando leggende attorno a personaggi e situazioni reali facendogli assumere contorni fiabeschi. Si tratta di un genere che non ha nulla da condividere con raffinate storie come quelle di Pierino e il lupo, la fiaba musicale di Sergej Prokof'ev, vera e propria metafora della politica, e che non rientrano neppure nella classificazione proposta da Vladimir Propp in Morfologia della fiaba. Subordinata alla affermazione di una idea o di un principio la favola politica mescola strumentalmente satira e fiabe tradizionali, racconti fantastici e leggende, zoologia politica e stravolgimento di fatti reali, miracolistica e profezie dando origine a una e vera propria infantilizzazione del racconto politico in grado di suggestionare l’immaginario, non solo infantile, negli anni della guerra fredda.

Favole e politica. Pinocchio, Cappuccetto rosso e la Guerra fredda

PIVATO, STEFANO
2015

Abstract

La favola ricorda Un lupo americano Una bestiaccia ingorda Che mangia a tutto spiano. De Gasperi col naso lungo che racconta bugie agli italiani, Togliatti nelle vesti del lupo cattivo, Truman e Stalin nei panni dell’orco. E, ancora, Pinocchio che indossa la divisa da balilla, poi milita nelle file dei comunisti, sotto le insegne della Democrazia cristiana o in quelle della socialdemocrazia. Si tratta di ruoli fantastici che non rientrano in alcuna classificazione letteraria, ma rispondono piuttosto alla necessità di una propaganda che si situa ai gradini più bassi della comunicazione politica. O prendendo strumentalmente a prestito luoghi situazioni e personaggi del mondo favolistico; o inventando leggende attorno a personaggi e situazioni reali facendogli assumere contorni fiabeschi. Si tratta di un genere che non ha nulla da condividere con raffinate storie come quelle di Pierino e il lupo, la fiaba musicale di Sergej Prokof'ev, vera e propria metafora della politica, e che non rientrano neppure nella classificazione proposta da Vladimir Propp in Morfologia della fiaba. Subordinata alla affermazione di una idea o di un principio la favola politica mescola strumentalmente satira e fiabe tradizionali, racconti fantastici e leggende, zoologia politica e stravolgimento di fatti reali, miracolistica e profezie dando origine a una e vera propria infantilizzazione del racconto politico in grado di suggestionare l’immaginario, non solo infantile, negli anni della guerra fredda.
2015
978-88-15-25988-2
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