Garibaldi ha affascinato anche molti uomini di chiesa, costituendo per certi versi una figura di separazione fra clero conservatore e clero nazionale fin oltre l’unificazione nazionale. L’immagine ereditata del campione dell’anticlericalismo e dell’irreligione, è dunque da riconsiderare. Inizialmente il suo mito si forma all’interno di un discorso “unico” del Risorgimento, né anticattolico né anticlericale. Lo stesso Garibaldi, nel 1847, metteva le sue armi a disposizione di Pio IX. Con la dissociazione del papa dalla guerra all’Austria, la storia del “clero affascinato da Garibaldi” diventa una storia di singole personalità, almeno fino al 1859-1860, quando l’unificazione del nord Italia e soprattutto l’impresa dei Mille riaprivano un’adesione di tipo quarantottesco fra il clero meridionale. La rottura si aveva più tardi. Diversamente da coloro che l’avevano datata al 1848-1849, il saggio riporta le ragioni della separazione fra Garibaldi e il clero a dopo il 1860, quando il radicalismo garibaldino, accentuato dalla volontà di prendere Roma, conduce Garibaldi verso una contro religione laica, di cui egli si propone quale fonte di sacralità autonoma, fondata sul culto della sua persona. Allora, con un Garibaldi “papa laico”, non ci saranno più preti in camicia rossa, ma preti garibaldini che lasciano la tonaca o vivono piuttosto emarginati.

Il fascino di Garibaldi sul Clero italiano

MENGOZZI, DINO
2015

Abstract

Garibaldi ha affascinato anche molti uomini di chiesa, costituendo per certi versi una figura di separazione fra clero conservatore e clero nazionale fin oltre l’unificazione nazionale. L’immagine ereditata del campione dell’anticlericalismo e dell’irreligione, è dunque da riconsiderare. Inizialmente il suo mito si forma all’interno di un discorso “unico” del Risorgimento, né anticattolico né anticlericale. Lo stesso Garibaldi, nel 1847, metteva le sue armi a disposizione di Pio IX. Con la dissociazione del papa dalla guerra all’Austria, la storia del “clero affascinato da Garibaldi” diventa una storia di singole personalità, almeno fino al 1859-1860, quando l’unificazione del nord Italia e soprattutto l’impresa dei Mille riaprivano un’adesione di tipo quarantottesco fra il clero meridionale. La rottura si aveva più tardi. Diversamente da coloro che l’avevano datata al 1848-1849, il saggio riporta le ragioni della separazione fra Garibaldi e il clero a dopo il 1860, quando il radicalismo garibaldino, accentuato dalla volontà di prendere Roma, conduce Garibaldi verso una contro religione laica, di cui egli si propone quale fonte di sacralità autonoma, fondata sul culto della sua persona. Allora, con un Garibaldi “papa laico”, non ci saranno più preti in camicia rossa, ma preti garibaldini che lasciano la tonaca o vivono piuttosto emarginati.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2632690
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