Nelle pagine di questo libro spiego e interpreto in modo complementare e comparativo con altre esperienze del lavoro filosofico contemporaneo le forme con cui prendono corpo nel pensiero e nell’opera di Georg Simmel le tematiche del divenire temporale e storico dell’essere e del divenire spaziale e urbano dell’essere. Entrambe ci restituiscono uno dei capitoli più originali che il filosofo e sociologo di Berlino, con gesto inaugurale per la modernità, ha consegnato non solo alla cultura contemporanea, ma anche alla riflessione concettuale sul divenire del vivente che abita l’evento e la spazialità nelle morfologie più originarie, avanzate e complesse dell’essere: il tempo, la vita, le forme, la storia, lo spazio, la città, la metropoli, le metamorfosi dell’individualità, così come nel loro insieme si appalesano nella condizione umana, e come sono vissute dall’occhio soggettivo che pervade la percezione e la rappresentazione della natura, del paesaggio, della bellezza e dell’arte. Simmel oggi, un siècle aprés, appare senz’altro un pensatore la cui eredità problematica orienta come gettare un “ponte sul grande abisso” per pensare criticamente l’ineluttabile esigenza dell’antropologia dell’essere umanizzato che traduce di volta in volta l’esperienza travagliata, materia del divenire, della vita nelle forme che caratterizzano con brusca e perturbante emergenza l’inquieto vincolo dell’umano nel suo continuo passaggio dal possibile al reale e viceversa. A partire dallo sguardo di Simmel sul divenire dell’essere si fa cogente nel nostro tempo la possibilità di rispondere, tra l’altro, anche al problema: all’“ombra” di chi si avvilupperà il nostro secolo filosofico? Nel frattempo, quella di Simmel prosegue nella contemporaneità.
Il ponte sul grande abisso. Simmel e il divenire dell'essere.
DE SIMONE, ANTONIO
2015
Abstract
Nelle pagine di questo libro spiego e interpreto in modo complementare e comparativo con altre esperienze del lavoro filosofico contemporaneo le forme con cui prendono corpo nel pensiero e nell’opera di Georg Simmel le tematiche del divenire temporale e storico dell’essere e del divenire spaziale e urbano dell’essere. Entrambe ci restituiscono uno dei capitoli più originali che il filosofo e sociologo di Berlino, con gesto inaugurale per la modernità, ha consegnato non solo alla cultura contemporanea, ma anche alla riflessione concettuale sul divenire del vivente che abita l’evento e la spazialità nelle morfologie più originarie, avanzate e complesse dell’essere: il tempo, la vita, le forme, la storia, lo spazio, la città, la metropoli, le metamorfosi dell’individualità, così come nel loro insieme si appalesano nella condizione umana, e come sono vissute dall’occhio soggettivo che pervade la percezione e la rappresentazione della natura, del paesaggio, della bellezza e dell’arte. Simmel oggi, un siècle aprés, appare senz’altro un pensatore la cui eredità problematica orienta come gettare un “ponte sul grande abisso” per pensare criticamente l’ineluttabile esigenza dell’antropologia dell’essere umanizzato che traduce di volta in volta l’esperienza travagliata, materia del divenire, della vita nelle forme che caratterizzano con brusca e perturbante emergenza l’inquieto vincolo dell’umano nel suo continuo passaggio dal possibile al reale e viceversa. A partire dallo sguardo di Simmel sul divenire dell’essere si fa cogente nel nostro tempo la possibilità di rispondere, tra l’altro, anche al problema: all’“ombra” di chi si avvilupperà il nostro secolo filosofico? Nel frattempo, quella di Simmel prosegue nella contemporaneità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.