Con Simmel e con la sua “eredità”, non si finisce mai di fare i conti. L’intentio recta dell’Autore dell’Io reciproco è stata di scrivere un libro sulla filosofia del pensiero di Simmel e nel contempo un capitolo di “filosofia della storia della filosofia” contemporanea, cercando di presentare Simmel nel nostro tempo: Simmel today o, se si preferisce, Simmel un siècle après. Attraverso il suo originale saggismo comprendiamo che il fluire dinamico della vita e della storia, l’io fallibile, reciproco, non si possiede mai totalmente con se stesso come identità, affidabile e sicura. La realtà dell’io, che si costituisce nella storia “in un prima e un poi”, non è mai sua e a sua disposizione. Questo non traduce una negatività che si disloca nel mezzo, tra il negativo e l’io: cioè l’alterità, il navigante nell’in-finito. Il non-proprio-dell’io, giammai identico a se stesso, è fatto e generato dall’altro, nel conflitto: “la scuola in cui l’io si forma”. Come per Hegel, anche per Simmel l’io è costituito dal rapporto con l’altro. Una alterità che lo (ri)compone e lo erode nella vita delle forme dell’io reciproco. Non si può pensare-di-pensare la vita come flusso in cui si dislocano la coscienza, i corpi e le cose fuori da questo rapporto. Le trame di questo intrico fanno sì che la vita, la filosofia, la politica, la scienza e l’arte, cioè la cultura, possono farci ri-conoscere come soggetti individuali di desiderio, di potere e di sapere, nel nostro limite, nel presente del pensiero. Per il lettore contemporaneo, l’Io reciproco, a partire da Simmel, è un laboratorio critico che mira a elaborare, con i suoi ritratti dell’io, un’ontologia dell’umano e del sociale non depoliticizzante, in cui il principio reciprocità è una dimensione costitutiva dell’inquieto vincolo dell’umano, del divenire dell’essere, a cui, nella contingenza ineffabile e chiasmatica del vivente, non ci si può sottrarre.
L'Io reciproco. Lo sguardo di Simmel
DE SIMONE, ANTONIO
2016
Abstract
Con Simmel e con la sua “eredità”, non si finisce mai di fare i conti. L’intentio recta dell’Autore dell’Io reciproco è stata di scrivere un libro sulla filosofia del pensiero di Simmel e nel contempo un capitolo di “filosofia della storia della filosofia” contemporanea, cercando di presentare Simmel nel nostro tempo: Simmel today o, se si preferisce, Simmel un siècle après. Attraverso il suo originale saggismo comprendiamo che il fluire dinamico della vita e della storia, l’io fallibile, reciproco, non si possiede mai totalmente con se stesso come identità, affidabile e sicura. La realtà dell’io, che si costituisce nella storia “in un prima e un poi”, non è mai sua e a sua disposizione. Questo non traduce una negatività che si disloca nel mezzo, tra il negativo e l’io: cioè l’alterità, il navigante nell’in-finito. Il non-proprio-dell’io, giammai identico a se stesso, è fatto e generato dall’altro, nel conflitto: “la scuola in cui l’io si forma”. Come per Hegel, anche per Simmel l’io è costituito dal rapporto con l’altro. Una alterità che lo (ri)compone e lo erode nella vita delle forme dell’io reciproco. Non si può pensare-di-pensare la vita come flusso in cui si dislocano la coscienza, i corpi e le cose fuori da questo rapporto. Le trame di questo intrico fanno sì che la vita, la filosofia, la politica, la scienza e l’arte, cioè la cultura, possono farci ri-conoscere come soggetti individuali di desiderio, di potere e di sapere, nel nostro limite, nel presente del pensiero. Per il lettore contemporaneo, l’Io reciproco, a partire da Simmel, è un laboratorio critico che mira a elaborare, con i suoi ritratti dell’io, un’ontologia dell’umano e del sociale non depoliticizzante, in cui il principio reciprocità è una dimensione costitutiva dell’inquieto vincolo dell’umano, del divenire dell’essere, a cui, nella contingenza ineffabile e chiasmatica del vivente, non ci si può sottrarre.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.