Le catastrofi naturali italiane dal 1951 al 1966, ovvero dal Vajont all'alluvione di Firenze e dell'Alta Italia, vengono assunte come rivelatrici di fratture e ricomposizioni della socialità, del mutare delle sensibilità collettive verso l'ambiente e l'idea di natura: tutti elementi osservabili simbolicamente nella nuova percezione del fango. Il quale figura volta a volta sia come un nemico esterno che penetra in città, sia come un nemico in ritirata, come l'acqua limacciosa. Diverse sono le fasi della reazione contro un tale nemico: prima il mondo alla rovescia, la morte "sporca", poi la solidarietà nazionale e del Governo, culminata simbolicamente negli Angeli del fango (i giovani accorsi volontariamente a Firenze), che soccorsero gli dei (opere d'arte e libri) aggrediti dalla putredine. Infine la melma viene rigettata in Arno e il fango putredine torna a essere semplice fango.
"Angeli del fango" e putredine. Vulnerabilità e socialità nelle catastrofi (1951 - 1966)
Dino MengozziMembro del Collaboration Group
2016
Abstract
Le catastrofi naturali italiane dal 1951 al 1966, ovvero dal Vajont all'alluvione di Firenze e dell'Alta Italia, vengono assunte come rivelatrici di fratture e ricomposizioni della socialità, del mutare delle sensibilità collettive verso l'ambiente e l'idea di natura: tutti elementi osservabili simbolicamente nella nuova percezione del fango. Il quale figura volta a volta sia come un nemico esterno che penetra in città, sia come un nemico in ritirata, come l'acqua limacciosa. Diverse sono le fasi della reazione contro un tale nemico: prima il mondo alla rovescia, la morte "sporca", poi la solidarietà nazionale e del Governo, culminata simbolicamente negli Angeli del fango (i giovani accorsi volontariamente a Firenze), che soccorsero gli dei (opere d'arte e libri) aggrediti dalla putredine. Infine la melma viene rigettata in Arno e il fango putredine torna a essere semplice fango.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.