Si presenta in sede di convegno lo studio sperimentale relativo all'incontro tra tecnologia e restauro di una scultura lignea. Le tecniche di acquisizione dati e la rappresentazione tridimensionale sono ormai entrate a pieno titolo nelle discipline artistiche, soprattutto in contesti dove la conoscenza gioca un ruolo fondamentale nelle scelte legate alla tutela, alla valorizzazione e agli interventi di restauro. Basti pensare alle diverse applicazioni in ambito archeologico, con la realizzazione di musei virtuali dei siti oggetto di scavo;o, ancora, in ambito architettonico, dove è possibile “reintegrare” l’iconografia storica con ulteriori interventi di analisi basati sullo stato di fatto attuale. La sperimentazione, condotta in collaborazione con la Scuola di Conservazione e Restauro dell’Università di Urbino e l’Accademia di Palermo[1], ha toccato gli aspetti più pertinenti al restauro, focalizzando l’attenzione su problemi di metodo, le finalità della ricostruzione e le possibili applicazioni, con l'utilizzo di due differenti software, uno prettamente tecnico e uno di modellazione, coniugando le loro differenti caratteristiche. La parte finale di questo lavoro, non meno importante,consiste nel presentare nell'ambito di un restauro conservativo, sviluppato in un contesto didattico, una visione coerente tra immagine, riflessioni e realtà, proponendo soluzioni scientifiche che utilizzano tecnologiche alternative, come il 3D e/o la realtà aumentata, che diventano necessarie per illustrare un intervento di una certa complessità.

IL CONTRIBUTO DELLA TECNOLOGIA VIRTUALE NEL RESTAURO DELLA STATUARIA LIGNEA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO PER IL POSIZIONAMENTO IN VERTICALE, DI UNA STATUA IN LEGNO RAFFIGURANTE IL CRISTO DELLA PASSIONE DEL MUSEO DIOCESANO DI PIAZZA ARMERINA (EN)

BARATIN, LAURA;
2014

Abstract

Si presenta in sede di convegno lo studio sperimentale relativo all'incontro tra tecnologia e restauro di una scultura lignea. Le tecniche di acquisizione dati e la rappresentazione tridimensionale sono ormai entrate a pieno titolo nelle discipline artistiche, soprattutto in contesti dove la conoscenza gioca un ruolo fondamentale nelle scelte legate alla tutela, alla valorizzazione e agli interventi di restauro. Basti pensare alle diverse applicazioni in ambito archeologico, con la realizzazione di musei virtuali dei siti oggetto di scavo;o, ancora, in ambito architettonico, dove è possibile “reintegrare” l’iconografia storica con ulteriori interventi di analisi basati sullo stato di fatto attuale. La sperimentazione, condotta in collaborazione con la Scuola di Conservazione e Restauro dell’Università di Urbino e l’Accademia di Palermo[1], ha toccato gli aspetti più pertinenti al restauro, focalizzando l’attenzione su problemi di metodo, le finalità della ricostruzione e le possibili applicazioni, con l'utilizzo di due differenti software, uno prettamente tecnico e uno di modellazione, coniugando le loro differenti caratteristiche. La parte finale di questo lavoro, non meno importante,consiste nel presentare nell'ambito di un restauro conservativo, sviluppato in un contesto didattico, una visione coerente tra immagine, riflessioni e realtà, proponendo soluzioni scientifiche che utilizzano tecnologiche alternative, come il 3D e/o la realtà aumentata, che diventano necessarie per illustrare un intervento di una certa complessità.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2640837
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact