L’articolo cerca di evidenziare gli aspetti educativi dell’aikidō (un’attualizzazione delle antiche arti della tradizione budoistica, esercitate dalla classe dei samurai ai tempi del Giappone feudale). In particolare, sono presi in considerazione gli strumenti di comunicazione non-verbale nella trasmissione dell’arte aikidoistica. Si fanno dei paragoni con l’antico metodo occidentale dell’apprendistato delle botteghe artistico-artigianali di epoca rinascimentale, laddove il rapporto tra maestro e allievo era molto speciale e caratterizzato dall’esercizio dell’intuizione, dell’esempio diretto e dell’esperienza dell’oggetto cognitivo da parte dell’apprendista, attraverso l’acutizzazione della dimensione soprattutto sensoriale. L’apprendimento dell’aikidō (grazie a una sorta di apprendistato) e la sua specifica prospettiva pedagogica cercano di rendere possibile il superamento della diade io-tu, esaltando l’unione interpersonale tra chi promuove la tecnica (tori) e il “ricevente” (uke), così come tra il maestro e l’allievo: qui, similmente all’apprendistato tradizionale, il processo educativo avviene innanzitutto attraverso modalità comunicative non-verbali legate alle tipiche proprietà cognitive dell’intelligenza corporeo-cinestetica. The essay tries to highlight the educational processes of aikidō (a modern aspect of the ancient arts of traditional Budō, exercised by the samurai class of feudal Japan); in particular, we consider the non-verbal communication in the transmission of the art. There are many similarities with the old method of apprenticeship; this was typical in the western civilization, at the time of the artistic-handicraft workshops of the Renaissance, where the relationship between master and student was very special and characterized by the exercise of intuition, by the direct example and by the direct experience of cognitive object, through the intensification of the sensory dimension. The learning of the aikidō (through the method of the apprenticeship) and its specific pedagogical perspective tries to overcome the I-you dualism, enhancing the interpersonal union between who leads the technique (tori) and the "receiver" (uke), as well as between the master and the student: here, like in the traditional apprenticeship, the educational process develops primarily through the methods of the non-verbal communication according to the ordinary cognitive properties of the bodily-kinesthetic intelligence.

Il contenuto pedagogico delle arti marziali: il non-verbale nell’educazione dell’aikidō

TRAVAGLINI, ROBERTO
2016

Abstract

L’articolo cerca di evidenziare gli aspetti educativi dell’aikidō (un’attualizzazione delle antiche arti della tradizione budoistica, esercitate dalla classe dei samurai ai tempi del Giappone feudale). In particolare, sono presi in considerazione gli strumenti di comunicazione non-verbale nella trasmissione dell’arte aikidoistica. Si fanno dei paragoni con l’antico metodo occidentale dell’apprendistato delle botteghe artistico-artigianali di epoca rinascimentale, laddove il rapporto tra maestro e allievo era molto speciale e caratterizzato dall’esercizio dell’intuizione, dell’esempio diretto e dell’esperienza dell’oggetto cognitivo da parte dell’apprendista, attraverso l’acutizzazione della dimensione soprattutto sensoriale. L’apprendimento dell’aikidō (grazie a una sorta di apprendistato) e la sua specifica prospettiva pedagogica cercano di rendere possibile il superamento della diade io-tu, esaltando l’unione interpersonale tra chi promuove la tecnica (tori) e il “ricevente” (uke), così come tra il maestro e l’allievo: qui, similmente all’apprendistato tradizionale, il processo educativo avviene innanzitutto attraverso modalità comunicative non-verbali legate alle tipiche proprietà cognitive dell’intelligenza corporeo-cinestetica. The essay tries to highlight the educational processes of aikidō (a modern aspect of the ancient arts of traditional Budō, exercised by the samurai class of feudal Japan); in particular, we consider the non-verbal communication in the transmission of the art. There are many similarities with the old method of apprenticeship; this was typical in the western civilization, at the time of the artistic-handicraft workshops of the Renaissance, where the relationship between master and student was very special and characterized by the exercise of intuition, by the direct example and by the direct experience of cognitive object, through the intensification of the sensory dimension. The learning of the aikidō (through the method of the apprenticeship) and its specific pedagogical perspective tries to overcome the I-you dualism, enhancing the interpersonal union between who leads the technique (tori) and the "receiver" (uke), as well as between the master and the student: here, like in the traditional apprenticeship, the educational process develops primarily through the methods of the non-verbal communication according to the ordinary cognitive properties of the bodily-kinesthetic intelligence.
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