Il contributo è incentrato sul tema dei rapporti politico-istituzionali e di carattere amministrativo tra potere centrale, città e contado nel Ducato di Urbino tra Quattrocento e Cinquecento. Mediante una indagine accurata, condotta su fonti archivistiche (lettere e bandi ducali, patti con le comunità, Statuti cittadini e Atti consigliari) e bibliografiche sono stati studiati i modi attraverso i quali si realizza il governo del territorio, l’entità dell’accentramento statale, il grado di dipendenza delle comunità rurali rispetto ai centri urbani e al potere signorile. I risultati della ricerca hanno messo in luce che nonostante sia in atto, nel corso del Quattro-Cinquecento, una tendenza da parte dei signori di Urbino ad estendere il controllo politico-giurisdizionale su tutto il territorio e a promuovere una maggiore uniformità nell’amministrazione dello stato, essa non si traduce nella creazione di un apparato di governo forte e centralizzato. Localmente, infatti, centri urbani di diversa consistenza (città, terre e talvolta anche castelli) mantengono le proprie struttura di governo e le proprie leggi, attraverso le quali esercitano il loro predominio sui rispettivi contadi, considerati area di approvvigionamento della città.
Potere centrale e governo del territorio nel Ducato di Urbino tra XV e XVI secolo
DAMIANI, TERESA
2017
Abstract
Il contributo è incentrato sul tema dei rapporti politico-istituzionali e di carattere amministrativo tra potere centrale, città e contado nel Ducato di Urbino tra Quattrocento e Cinquecento. Mediante una indagine accurata, condotta su fonti archivistiche (lettere e bandi ducali, patti con le comunità, Statuti cittadini e Atti consigliari) e bibliografiche sono stati studiati i modi attraverso i quali si realizza il governo del territorio, l’entità dell’accentramento statale, il grado di dipendenza delle comunità rurali rispetto ai centri urbani e al potere signorile. I risultati della ricerca hanno messo in luce che nonostante sia in atto, nel corso del Quattro-Cinquecento, una tendenza da parte dei signori di Urbino ad estendere il controllo politico-giurisdizionale su tutto il territorio e a promuovere una maggiore uniformità nell’amministrazione dello stato, essa non si traduce nella creazione di un apparato di governo forte e centralizzato. Localmente, infatti, centri urbani di diversa consistenza (città, terre e talvolta anche castelli) mantengono le proprie struttura di governo e le proprie leggi, attraverso le quali esercitano il loro predominio sui rispettivi contadi, considerati area di approvvigionamento della città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.