Il Tar del Lazio, con le sentenze n. 6170 e n. 6171 del 24 maggio 2017, ha annullato le nomine dei direttori di cinque dei venti direttori degli istituti museali di rilevante interesse nazionale nominati nel settembre 2015. Con altre due sentenze, n. 6719 e n. 6720 del 7 giugno 2017, ha annullato sia il decreto ministeriale istitutivo del Parco archeologico del Colosseo, sia il decreto direttoriale con il quale era stata indetta la selezione pubblica internazionale per il conferimento dell'incarico di direttore dello stesso Parco. Le decisioni del Tar, peraltro appellate innanzi al Consiglio di Stato (che ha fissato l’udienza per la definizione del giudizio al 26 ottobre 2017), sono rilevanti sia sotto il profilo politico, perché rischiano di minare l’importante riforma del sistema museale italiano, sia sotto quello giuridico. Infatti, oltre a vizi di carattere procedurale, le decisioni del Tar hanno rilevato, per quanto riguarda l’istituzione del Parco archeologico del Colosseo, vizi più rilevanti (relativi sia all’omesso coinvolgimento del Comune, sia alla supposta illegittima istituzione di un ufficio dirigenziale di livello generale). E, soprattutto, in tutte le decisioni, pur con diverso grado di riferimento, è stata rilevata l’illegittimità dell’apertura internazionale della selezione, fortemente voluta dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per l’espressa omissione del requisito della cittadinanza italiana. Quest’ultimo profilo, anche per le rilevanti connessioni con il diritto dell’Unione europea, richiede un maggiore approfondimento, che si auspica sarà svolto dal Consiglio di Stato, eventualmente previo rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia.

La selezione dei direttori dei musei all’esame del giudice amministrativo

GNES, MATTEO
2017

Abstract

Il Tar del Lazio, con le sentenze n. 6170 e n. 6171 del 24 maggio 2017, ha annullato le nomine dei direttori di cinque dei venti direttori degli istituti museali di rilevante interesse nazionale nominati nel settembre 2015. Con altre due sentenze, n. 6719 e n. 6720 del 7 giugno 2017, ha annullato sia il decreto ministeriale istitutivo del Parco archeologico del Colosseo, sia il decreto direttoriale con il quale era stata indetta la selezione pubblica internazionale per il conferimento dell'incarico di direttore dello stesso Parco. Le decisioni del Tar, peraltro appellate innanzi al Consiglio di Stato (che ha fissato l’udienza per la definizione del giudizio al 26 ottobre 2017), sono rilevanti sia sotto il profilo politico, perché rischiano di minare l’importante riforma del sistema museale italiano, sia sotto quello giuridico. Infatti, oltre a vizi di carattere procedurale, le decisioni del Tar hanno rilevato, per quanto riguarda l’istituzione del Parco archeologico del Colosseo, vizi più rilevanti (relativi sia all’omesso coinvolgimento del Comune, sia alla supposta illegittima istituzione di un ufficio dirigenziale di livello generale). E, soprattutto, in tutte le decisioni, pur con diverso grado di riferimento, è stata rilevata l’illegittimità dell’apertura internazionale della selezione, fortemente voluta dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per l’espressa omissione del requisito della cittadinanza italiana. Quest’ultimo profilo, anche per le rilevanti connessioni con il diritto dell’Unione europea, richiede un maggiore approfondimento, che si auspica sarà svolto dal Consiglio di Stato, eventualmente previo rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia.
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