Da alcuni anni la storia del territorio, la conoscenza dei diversi luoghi, l’organizzazione degli spazi conoscono un interesse sempre maggiore che trova il suo supporto comunicativo nella cartografia nelle sue più svariate forme. L’immagine cartografica di tipo storico è stata costruita attraverso il disegno inteso da un lato come mezzo di rilievo espressivo e figurativo e dall’altro come strumento formativo dell’immagine per farla divenire il più possibile documento. Con questo duplice significato la carta assume il ruolo di uno strumento di memorizzazione di grande potenzialità dovuta all’astrazione simbolica che la struttura in immagini, decodificabili a loro volta in fase di lettura, offre come supporto informativo libero di essere interpretato per nuove e diverse finalità. Alla rappresentazione cartografica storica possono essere attribuiti significati essenzialmente ideologici con riferimenti non più solo geografici e di misura della realtà, ma ampliati e direttamente connessi a fenomeni sociali e a fatti umani. Il disegno della città e del suo territorio sotto il profilo storico, infatti condensa in un solo ambito fortemente caratterizzato un insieme di problematiche che riguardano sia i sistemi della rappresentazione e le relative scale grafiche, sia i rapporti tra significante e significato nella scelta e nell’uso delle codifiche e delle simbologie come chiave di lettura e di interpretazione critica di un contesto. Il progresso scientifico e tecnologico, che si serve degli strumenti della topografia e della fotogrammetria aerea o delle più sofisticate letture che si traggono per via telematica degli spettri cromatici che i satelliti rimandano in tempo reale, fornisce immagini che risultano essere strutturate in codici di tipo matematico e quindi decisamente astratto e poco intuibile. L’introduzione dell’informatica in cartografia, dalle piccole alle grandi scale, ha portato ad un nuovo fondamentale concetto: la mappa di un territorio non è più costituita da un disegno ma da un insieme di numeri e codici che lo descrivono. I disegni cartografici sono stati per lungo tempo immagini idealizzate della realtà e come tali nella loro esecuzione seguivano un codice rappresentativo che non era rigidamente legato all’informazione oggettiva del reale ma ad un modello della realtà. L’aggiornamento tecnologico consente di costruire una documentazione obiettiva basando l’immagine o i disegni su dati rigorosi, oggettivi, univocamente e universalmente interpretabili forse a scapito di un impoverimento della ricerca rappresentativa e figurativa.

Evoluzione dei codici grafici nella cartografia a scala urbana

BARATIN, LAURA
2006

Abstract

Da alcuni anni la storia del territorio, la conoscenza dei diversi luoghi, l’organizzazione degli spazi conoscono un interesse sempre maggiore che trova il suo supporto comunicativo nella cartografia nelle sue più svariate forme. L’immagine cartografica di tipo storico è stata costruita attraverso il disegno inteso da un lato come mezzo di rilievo espressivo e figurativo e dall’altro come strumento formativo dell’immagine per farla divenire il più possibile documento. Con questo duplice significato la carta assume il ruolo di uno strumento di memorizzazione di grande potenzialità dovuta all’astrazione simbolica che la struttura in immagini, decodificabili a loro volta in fase di lettura, offre come supporto informativo libero di essere interpretato per nuove e diverse finalità. Alla rappresentazione cartografica storica possono essere attribuiti significati essenzialmente ideologici con riferimenti non più solo geografici e di misura della realtà, ma ampliati e direttamente connessi a fenomeni sociali e a fatti umani. Il disegno della città e del suo territorio sotto il profilo storico, infatti condensa in un solo ambito fortemente caratterizzato un insieme di problematiche che riguardano sia i sistemi della rappresentazione e le relative scale grafiche, sia i rapporti tra significante e significato nella scelta e nell’uso delle codifiche e delle simbologie come chiave di lettura e di interpretazione critica di un contesto. Il progresso scientifico e tecnologico, che si serve degli strumenti della topografia e della fotogrammetria aerea o delle più sofisticate letture che si traggono per via telematica degli spettri cromatici che i satelliti rimandano in tempo reale, fornisce immagini che risultano essere strutturate in codici di tipo matematico e quindi decisamente astratto e poco intuibile. L’introduzione dell’informatica in cartografia, dalle piccole alle grandi scale, ha portato ad un nuovo fondamentale concetto: la mappa di un territorio non è più costituita da un disegno ma da un insieme di numeri e codici che lo descrivono. I disegni cartografici sono stati per lungo tempo immagini idealizzate della realtà e come tali nella loro esecuzione seguivano un codice rappresentativo che non era rigidamente legato all’informazione oggettiva del reale ma ad un modello della realtà. L’aggiornamento tecnologico consente di costruire una documentazione obiettiva basando l’immagine o i disegni su dati rigorosi, oggettivi, univocamente e universalmente interpretabili forse a scapito di un impoverimento della ricerca rappresentativa e figurativa.
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