Nelle elezioni comunali del giugno 2016 tredici milioni di italiani sono chiamati al voto al fine di eleggere i sindaci e i consigli comunali in oltre 1.300 comuni, tra questi alcuni di grande dimensione come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Cagliari e Trieste. L'obiettivo di questo saggio è quello di comprendere chi abbia realmente vinto queste elezioni. Da una prima analisi del voto emerge il successo del M5S. Sorgono però alcuni dubbi legati alla capacità di copertura politica del territorio, ad una certa rissosità interna al Movimento e alla disomogeneità del voto nei diversi comuni italiani. Tra gli sconfitti vi sono Forza Italia e altri piccoli partiti come il NCD e i partiti della sinistra radicale. La Lega Nord conferma le posizioni delle precedenti elezioni di pari grado e il Partito democratico pur perdendo molti consensi rimane il primo partito nella metà dei comuni al voto. Da una analisi approfondita emerge, però, che ad affermarsi sono soprattutto le liste civiche, che aumentano esponenzialmente la propria presenza e la propria capacità di ottenere consensi. E', dunque, il territorio a vincere, anche se si tratta di una vittoria che difficilmente può far bene al paese. Nelle liste civiche troviamo, infatti, il notabilato, non sempre virtuoso, le clientele, l'antipolitica, il particolare contro il generale e un deficit di capacità e di risorse, anche umane, nell'azione di governance.

Le elezioni comunali del 2016: quando il territorio vince e i partiti perdono / 2016 Municipal Elections: when the territory wins and parties lose

FAVA, TERENZIO
2017

Abstract

Nelle elezioni comunali del giugno 2016 tredici milioni di italiani sono chiamati al voto al fine di eleggere i sindaci e i consigli comunali in oltre 1.300 comuni, tra questi alcuni di grande dimensione come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Cagliari e Trieste. L'obiettivo di questo saggio è quello di comprendere chi abbia realmente vinto queste elezioni. Da una prima analisi del voto emerge il successo del M5S. Sorgono però alcuni dubbi legati alla capacità di copertura politica del territorio, ad una certa rissosità interna al Movimento e alla disomogeneità del voto nei diversi comuni italiani. Tra gli sconfitti vi sono Forza Italia e altri piccoli partiti come il NCD e i partiti della sinistra radicale. La Lega Nord conferma le posizioni delle precedenti elezioni di pari grado e il Partito democratico pur perdendo molti consensi rimane il primo partito nella metà dei comuni al voto. Da una analisi approfondita emerge, però, che ad affermarsi sono soprattutto le liste civiche, che aumentano esponenzialmente la propria presenza e la propria capacità di ottenere consensi. E', dunque, il territorio a vincere, anche se si tratta di una vittoria che difficilmente può far bene al paese. Nelle liste civiche troviamo, infatti, il notabilato, non sempre virtuoso, le clientele, l'antipolitica, il particolare contro il generale e un deficit di capacità e di risorse, anche umane, nell'azione di governance.
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